La Russia ha deciso di mettere in campo un piano per aggirare le sanzioni e rispondere all’Occidente. Ecco tutti i dettagli.
Le sanzioni dell’Occidente nei confronti della Russia non sembrano essere destinate a terminare, ma Mosca ha preparato un piano per aggirarle e cercare di salvaguardare la propria economia.
Secondo quanto riferito da La Verità, il Cremlino è sempre più intenzionato a mettere in campo una vera e propria nazionalizzazione, che dovrebbe portare il Paese 50 anni indietro, ma con l’obiettivo di salvaguardare l’economia.
Quindi i cittadini sono pronti a dire addio alla Coca Cola, alla Fanta, alla Sprite, al McDonald’s e all’Ikea e dare il benvenuto alla Cool-Cola, alla Fancy, alla Street, a Zio Vanya e all’Idea, tutte aziende russe che dovranno sostituire i colossi mondiali e provare a far superare il Paese questo momento economico non facile per le sanzioni decise dall’Occidente per l’operazione in Ucraina.
Decisioni che potrebbero provocare diversi disagi all’economia occidentale visto che queste aziende rischiano di non poter più operare in Russia.
Una strategia dell’autarchia che sembra coinvolgere anche il settore automobilistico. Secondo quanto riferito da La Verità, infatti, Mosca avrebbe deciso di acquistare le quote di maggioranza della Renault e, di conseguenza, anche lo stabilimento Avtovaz di Togliattigrad, con quest’ultimo pagato un rublo.
Una vendita che porta l’Italia a perdere un pezzo di storia importante. Si tratta, infatti, di una gigafactory ante litteram nata negli anni ’60 da una collaborazione tra Mosca e la Fiat. Solo nel 2008 l’azienda italiana ha deciso di cedere lo stabilimento alla Renault.
Ora, però, Mosca ha deciso di prendere il possesso della struttura per un rublo e vedremo se in futuro la Renault o un’altra azienda ritornerà in possesso oppure Mosca deciderà di proseguire con questa nazionalizzazione del Paese per provare a replicare alle sanzioni decise dall’Occidente dopo l’invasione dell’Ucraina.
Una strategia che, come detto, sembra essere destinata a creare diversi problemi economici all’Occidente visto che molte aziende non potranno più operare in quel Paese.