Non si ferma il forte pressing dell’Ue sull’Italia in chiave Pnrr. E nella maggioranza continua il braccio di ferro sulle riforme.
Se da una parte l’Unione Europea continua il forte pressing in Italia sul Pnrr, dall’altro non si ferma il braccio di ferro sulle riforme. Una situazione che non rende sicuramente semplice la vita al premier Draghi e mette a serio rischio anche i fondi europei.
Secondo quanto riferito da Il Giornale, da Bruxelles sono arrivati dei nuovi solleciti per arrivare ad un via libera nel più breve tempo possibile alla riforma riguardante gli stabilimenti balneari, il fisco e il catasto. Un pressing che, come ben sappiamo, va avanti ormai da tempo e per questo motivo non è da escludere nei prossimi giorni un colloquio tra Draghi e von der Leyen per capire meglio le prossime mosse dell’esecutivo.
L’obiettivo di Bruxelles naturalmente è quello di capire se il nostro Paese riesce a rispettare gli impegni presi. Altrimenti i fondi sarebbero davvero a forte rischio.
Ue in pressing sull’Italia: maggioranza ancora divisa
Il pressing dell’Ue sull’Italia divide ancora una volta la maggioranza. Il leader della Lega Salvini ha commentato con un “sappiamo governarci da soli“. Parole che non sono piaciute a Misiani, responsabile economico del Pd, che punta il dito sulle concessioni balneari: “Il rischio vero è che l’Italia perda i 200 miliardi del Piano per colpa di una destra che attarda a difendere singole corporazione alla faccia dell’interesse generale del Paese. Invece di polemizzare, i leghisti farebbero molto meglio a spingere per accelerarne l’attuazione“.
E il collega di partito e ministro del Lavoro Orlando sulla questione del ddl Concorrenza ha detto: “Mettere la fiducia al decreto? Nessun dubbio, il no sarebbe un suicidio“. Dichiarazioni che confermano una differenza all’interno della maggioranza e toccherà al premier Draghi, quindi, trovare una mediazione per evitare spaccatura. Ma non è da escludere una nuova prova di forza da parte del presidente del Consiglio per accelerare sulle riforme e non mettere a rischio i fondi del Pnrr.