Ucraina, ospedali al collasso: i medici lanciano allarme e chiedono aiuto. Troppe le persone che vanno ai nosocomi in gravi condizioni. Purtroppo devono intervenire anche con operazioni di amputazioni, specialmente nei più giovani
Sono (purtroppo) ben 89 i giorni di conflitto in Ucraina. Quasi tre mesi e la situazione non tende affatto a migliorare. Anzi, dal cielo continuano ad essere lanciati missili e bombe su edifici, case, basi militari e soprattutto su ospedali. Già, proprio il luogo in cui una persona dovrebbe sentirsi al sicuro e ricevere tutte le attenzione mediche.
Essere curati per un qualcosa che avrebbero evitato molto volentieri come una scheggia di proiettile o arma conficcata in qualche parte del corpo, qualche maceria caduta rovinosamente su loro e tanto altro ancora. Purtroppo la guerra è questa, così recitano molte persone.
Sta di fatto, però, che anche gli ospedali del posto stanno vivendo una vera e propria tragedia tanto da arrivare al collasso. Quei pochi nosocomi che sono rimasti sono pieni: non ci sono più lettini a disposizione, i feriti aumentano ogni giorno di più e la situazione peggiora sempre.
Tanto è vero che il noto quotidiano americano ‘New York Times‘ ha voluto raccontare quello che si sta verificando in alcuni ospedali del paese orientale. La situazione è davvero tragica con testimonianze da parte di dottori ed infermieri che sono letteralmente esausti.
Ucraina, ospedali al collasso: “Basta fare amputazioni a giovani“
Parla Yaroslav Bohak, un giovane chirurgo cardiovascolare. Lui, insieme alla sua famiglia, si trovava in una zona più sicura dell’Ucraina. E’ stato chiamato, disperatamente, da un suo amico e collega che sta vivendo una situazione drammatica. Lo ha convinto ad andare perché aveva un disperato bisogno di aiuto: “Ha detto che non ce la faceva più ad amputare braccia ai giovani“.
Già, ogni giorno medici sono costretti a togliere parte di corpi fondamentali a persone che sono state gravemente ferite. Segno del fatto che gli ospedali non riescono più a reggere questa situazione. Anche perché non erano pronti minimamente ad un qualcosa del genere. Specialmente nel Donbass dove il numero dei feriti aumenta di ora in ora.
Non tutti rimangono: c’è chi preferisce mettersi a riparo e chi invece è fuggito. In pochi sono rimasti: chiedono disperatamente aiuto perché manca davvero tutto, dagli attrezzi fino ad arrivare alla cosa più importante, ovvero il personale.