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Attacco durissimo della chiesa tedesca a Papa Francesco

Published by
Paolo Colantoni

Tra il Santo Padre e la chiesa cattolica tedesca si vive un momento di grandissima freddezza. La causa è legata all’omosessualità

Grande freddezza tra la Chiesa tedesca e il Vaticano. Secondo il mondo cattolico tedesco, Papa Francesco avrebbe posizioni troppo dure nei confronti degli omosessuali. Quasi una sorta di violenza psicologica. I vescovi tedeschi, da molto tempo a questa parte, portano avanti una sorta di mito del “tutto è uguale”, rispetto alle relazioni etero e omosessuale.

(Ansa)

E guai se qualcuno, anche il Santo Padre, prova a non essere d’accordo. La chiesa cattolica tedesca sembra essersi ormai convinta a considerare la figura dell’uomo e della donna come semplici costrutti sociali, quindi non più come entità ontologiche o persone create, rispondendo alle opposizioni, con la solita retorica della pressione morale. 

Secondo Sabino Paciolla nel suo blog, “si rimprovera il papa per non aver aiutato il gay ferito, contrapponendogli Gesù ove questi in Mc 10, 46-52 chiede al cieco «Che cosa vuoi che io faccia per te?». La risposta è: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Ma questa risposta non c’è nell’articolo del portale dei vescovi tedeschi“. Lo stesso blog propone la traduzione di un articolo scritto da Felix Neumann, redattore di katholisch.de e membro del consiglio di amministrazione della Società dei pubblicisti cattolici (GKP).

“Gaslighting” è il nome dato alla forma di violenza psicologica con la quale gli autori mettono in dubbio la percezione della realtà delle loro vittime, minando così il loro senso della realtà e la fiducia in sé stessi. È possibile valutare ciò che Papa Francesco scrive nella sua lettera all’organizzazione cattolica statunitense “Outreach” sull’atteggiamento della Chiesa nei confronti delle persone di orientamento non eterosessuale in modo diverso dal gaslighting? “Cosa direbbe Lei a un cattolico LGBT che viene rifiutato dalla Chiesa?”, è stato chiesto al Papa. La sua risposta: “Vorrei che queste persone lo riconoscessero non come ‘rifiuto da parte della Chiesa’, ma da parte di ‘persone nella Chiesa’”.

Nell’articolo si spiega che, “Il Papa dice in pratica alle persone LGBTQ che la discriminazione da parte della Chiesa e il dolore che esse percepiscono non esistono nemmeno. Questo è lo stesso Papa che ha approvato la risposta negativa data dalla Congregazione per la Dottrina della Fede alla domanda sulla liceità delle benedizioni per le coppie dello stesso sesso. La risposta sottolinea l’insegnamento della Chiesa secondo cui gli atti omosessuali sono da considerare a livello biblico “gravi aberrazioni” e “intrinsecamente disordinate”: “Non nascono da un vero bisogno di complementarietà affettiva e sessuale. Non sono in alcun modo da approvare”, si legge nel Catechismo.

Lo dice “la Chiesa”, non “le persone nella Chiesa”, e lo dice, rivolta agli amanti dello stesso sesso, a livello di magistero. Il Papa nega o non prende atto del fatto che questo insegnamento della Chiesa, per quanto spesso la Congregazione per la Dottrina della Fede sottolinei che ciò non costituisca una “ingiusta discriminazione”, è di per sé offensivo. Il messaggio è che quello che si prova non è vero amore ma un’aberrazione. Invece di provare empatia, invece di ascoltare coloro che sono feriti e discriminati, ribadisce chi ha il potere: È il Papa a stabilire chi è discriminato, chi è ferito – questo è gaslighting, al posto di una risposta alla domanda secondo Gesù: Che cosa vuoi che io faccia per te?

 

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Paolo Colantoni