Il Pontefice ammonisce sulla tentazione dell’accidia. Gli anziani? “Salvano i giovani dalla tentazione di una conoscenza senza sapienza”
“Di fronte a una realtà che, in certi momenti, ci sembra ospitare tutti i contrari, riservando loro comunque lo stesso destino, che è quello di finire nel nulla, la via dell’indifferenza può apparire anche a noi l’unico rimedio ad una dolorosa disillusione. Sorgono in noi domande come queste: i nostri sforzi hanno forse cambiato il mondo? Sembra che tutto questo è inutile: perché fare tanti sforzi?”. Sono alcuni degli interrogativi posti oggi da Papa Francesco nell’udienza generale del mercoledì in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha continuato il ciclo di catechesi sulla vecchiaia e ha incentrato la sua riflessione prendendo spunto dal Libro di Qoelet.
“È una specie di intuizione negativa che può presentarsi in ogni stagione della vita, ma non c’è dubbio che la vecchiaia rende quasi inevitabile l’appuntamento col disincanto. E dunque la resistenza della vecchiaia agli effetti demoralizzanti di questo disincanto è decisiva: se gli anziani, che hanno ormai visto di tutto, conservano intatta la loro passione per la giustizia, allora c’è speranza per l’amore, e anche per la fede”, ha sottolineato Francesco. “E per il mondo contemporaneo è diventato cruciale il passaggio attraverso questa crisi, crisi salutare, perché una cultura che presume di misurare tutto e manipolare tutto finisce per produrre anche una demoralizzazione collettiva del senso, dell’amore, del bene”. Secondo il Papa, “i monaci della più antica tradizione cristiana avevano identificato con precisione questa malattia dell’anima, che improvvisamente scopre la vanità della conoscenza senza fede e senza morale, l’illusione della verità senza giustizia. La chiamavano “accidia”. Non è semplicemente la depressione. Piuttosto, è la resa alla conoscenza del mondo senza più passione per la giustizia e per l’azione conseguente”.
Il Papa prosegue la sua riflessione e ammonisce sull’impatto di questa visione sulla società. “Di fatto, con tutto il nostro progresso e il nostro benessere, siamo davvero diventati società della stanchezza”, sottolinea Bergoglio. “Dovevamo produrre benessere diffuso e tolleriamo un mercato scientificamente selettivo della salute. Dovevamo porre un limite invalicabile alla pace, e vediamo susseguirsi guerre sempre più spietate verso le persone inermi. La scienza progredisce, naturalmente, ed è un bene. Ma la sapienza della vita è tutt’altra cosa, e sembra in stallo”, ha aggiunto. “Non è un caso che la nostra sia la stagione delle fake news, delle superstizioni collettive e delle verità pseudo-scientifiche”, è il ragionamento del Pontefice. Qual è il ruolo degli anziani in quest’epoca? “La vecchiaia può imparare dalla saggezza ironica di Qoelet l’arte di portare alla luce l’inganno nascosto nel delirio di una verità della mente priva di affetti per la giustizia”, è la risposta del Papa. “Gli anziani ricchi di saggezza e di umorismo fanno tanto bene ai giovani. Li salvano dalla tentazione di una conoscenza del mondo triste e priva di sapienza della vita”, conclude.
Al termine dell’udienza, il Papa ha salutato pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Tra questi i polacchi. E nel suo saluto il Pontefice ha ricordato la guerra in corso. “Ieri abbiamo celebrato la memoria della Beata Vergine Maria Ausiliatrice. Nelle nostre preghiere affidiamoLe in modo particolare il desiderio di pace dell’Ucraina e del mondo intero. La Madre di Dio ci insegni la solidarietà con chi è provato dalla tragedia della guerra e ottenga la riconciliazione delle Nazioni”, ha detto il Santo Padre. E salutando i pellegrini in lingua italiana il Pontefice è tornato sulla terribile strage in Texas. “Ho il cuore affranto”, ha detto Bergoglio. “Prego per i bambini, per gli adulti uccisi e per le loro famiglie. E’ tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi. Impegniamoci tutti, perché tragedie cosi’ non possano più accadere”, ha aggiunto.