La duchessa di Cambridge, secondo i giornalisti, “ha capito il mondo e ci si aggrappa”: indossa un abito ed è subito sold out. Spesso sceglie Alexander McQueen, il prezzo è altissimo…
Indossa un abito ed è sold out dopo pochissime ore. Un fenomeno che è stato soprannominato “The Kate Effect” poiché ha dato vita a look iconici ed economici. Il senso dello stile di Kate Middleton ha fatto la storia così come i suoi vestiti.
La duchessa di Cambridge, pur senza disdegnare il fast fashion, ha optato spesso per Alexander McQueen quando ha dovuto scegliere una mise per le occasioni ufficiali. Un esempio può essere il battesimo del principe Louis all’Earthshot Prize. Amante anche del riciclo, le è successo di essere fotografata con lo stesso abito in due serate differenti come i Bafta Awards nel 2017 e il Portrait Gala nel 2019. Non è una questione di prezzo, ci mancherebbe altro. Però il valore del vestito non passa di certo inosservato. Secondo Harper’s Bazaar il costo sarebbe di ben 7.304 sterline (8.600 euro). Il successo di massa, nel caso specifico, non è stato possibile a causa della cifra in questione. Bethan Holt del Telegraph, ha elogiato lo stile della moglie di William spiegando la motivazione del suo appeal: “Ha migliorato davvero l’immagine della famiglia reale… Lei rappresenta una figura affascinante e che la gente vorrebbe conoscere. Sicuramente ha contribuito a garantire la prossima generazione della famiglia reale”.
La giornalista ha poi aggiunto: “Kate Middleton ha capito come va il mondo adesso e ci si aggrappa. Sa che se indossa qualcosa riuscirà ad avere un impatto dando un significato in più alle cose che fa. Migliora il messaggio di tutto ciò che sta facendo quel giorno attirando sempre più persone”. Il ragionamento prende forza soprattutto grazie all’esplosione dei social: “La triste verità del mondo è questa. Se lei sta visitando un ente di beneficenza e decide di indossare un vestito nuovo e carino, quella foto volerà velocemente in tutto il globo. In questo modo molte più persone saranno in grado di conoscere meglio non solo il vestito, ma anche l’ente di beneficenza”.