Con la crisi ucraina cambiano le categorie della politica estera in Italia

Con lo scoppio della crisi ucraina, tanti schemi che avevano segnato la seconda parte dello scorso secolo sembrano saltati. Ora il futuro sprofonda nell’incertezza. 

letta
(Ansa)

Durante la guerra fredda lo schema era molto più chiaro, da una parte c’erano i partiti democratici in linea con la visione occidentale del mondo, dall’altra il Pci e i suoi satelliti, sostanzialmente diretti da Mosca e vicini come nessun altro in Europa all’universo sovietico. Questi ultimi per decenni hanno toccato in maniera significativa la vita politica italiana, determinato una divisione e una contrapposizione ideologica sostanzialmente insanabile.

Questa incomunicabilità ha reso per anni il nostro Paese in gran parte bloccato, una vera e propria democrazia incompiuta e inceppata, in cui non esisteva una vera possibilità di alternanza. Il conflitto politico costante diventò così la cifra più significativa della politica italiana, che per fortuna non sfociò mai in una vera e propria guerra civile grazie alla lungimiranza di politici di altissimo livello come il democristiano Alcide De Gasperi, oggi Servo di Dio per Chiesa cattolica.

Il recente passato e l’attualità che non si riesce a leggere

Il progresso economico tuttavia tappò questa incapacità di fondo di trovare un accordo comune sulla visione del mondo, e placò le tensioni sociali. Ma l’instabilità dei governi fu un altro carattere assolutamente centrale del dopoguerra in Italia che però in politica estera non perse mai la rotta, nonostante la presenza del partito più comunista d’Occidente. 

L’atlantismo fu cioè sempre la stella polare, insieme all’attenzione al Mediterraneo e al mondo arabo, che guidò la politica italiana e le sorti del nostro Paese, almeno prima del compromesso storico, quando ci fu la storica dichiarazione di Berlinguer sul suo sentirsi al sicuro sotto l’ombrello della Nato. Con l’inizio della crisi ucraina le cose però stanno cambiando ancora una volta. 

Come spiega il quotidiano Il Tempo, si tratta dell’inizio di una nuova guerra fredda che scombussola tutti gli schemi. La regole che nei momenti di crisi si fa fronte comune in alcuni tratti sembra rischiare di saltare anche in Italia, e l’unico partito che veramente sta lavorando nella direzione della responsabilità sembra essere quello di opposizione, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Perché le maggiori tensioni nascono proprio all’interno della maggioranza.

Dove, ribaltando il paradigma di fine Novecento, la sinistra si schiaccia senza inibizioni sotto il cappello americano, e il centro destra invece tentenna nel rinnegare l’amicizia ad Oriente, cercando di imboccare una terza via che ancora non si vede all’orizzonte. 

Gestione cookie