La redazione di Notizie.com ha contattato in esclusiva lo storico Sabbatucci per commentare il colloquio tra Draghi e Putin: “Non è uscita fuori nessuna nuova idea per arrivare alla pace”.
Nella giornata di giovedì 26 maggio c’è stato il primo colloquio tra Draghi e Putin dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. La fumata in questo vertice è stata grigia. Da parte del presidente russo, infatti, non c’è stata nessuna apertura sul cessate il fuoco almeno con le attuali condizioni.
La redazione di Notizie.com ha contattato lo storico Giovanni Sabbatucci per commentare insieme a lui questo colloquio: “Draghi si è in qualche modo identificato con l’Ucraina solo perché anche gli altri Stati hanno deciso di avere lo stesso atteggiamento nei confronti del presidente russo“.
“Ma non possiamo dimenticare – ha aggiunto Sabbatucci ai nostri microfoni – che il premier italiano ha un peso indipendente che prescinde dalla sua caratura politica. Questo sicuramente va bene, ma non è una cosa che cambia sia in positivo che in negativo il ruolo di Draghe specie in questa situazione“.
La fumata grigia (o nera) da questo colloquio per il professor Sabbatucci è arrivata perché “durante la telefonata non c’è stata nessuna idea di creare qualcosa di diverso rispetto agli ultimi giorni“.
Lo storico è ritornato a parlare anche del possibile ruolo di Draghi nel confronto con Putin: “In questa vicenda se le decisioni fossero solo politiche, forse il nostro premier sarebbe stato ulteriormente messo da parte visto che è un tecnico. Ma siccome non si parla solo di politica, lui ha gli stessi diritti degli altri di parlare con Putin e questo può anche far crescere il suo prestigio a livello internazionale“.
Un passaggio anche sull’entrata della Finlandia e della Svezia nella Nato: “Per adesso la situazione è sotto controllo anche se si è andata a toccare una vera e propria dinamite. Dobbiamo ricordare che in passato proprio il Paese finlandese è stato il grande nemico dell’unità russa“.