Lâaccusa nei confronti del sindaco di Milano Beppe Sala dopo la richiesta avanzatagli in consiglio comunale di utilizzare lâInno di Mameli al rientro dopo le ricorrenze nazionali.Â
Lâesponente democratico infatti non ha accolto la richiesta di mettere al centro la melodia che intona i valori di unitĂ nazionale, cosĂŹ la destra passa al contrattacco.Â
âHa talmente paura di perdere le elezioni per mano della Meloni, che la sinistra è terrorizzata non appena sente parlare di Fratelli dâItaliaâ, scrive con tono aggressivo il quotidiano Libero. Secondo quanto riporta il giornale diretto da Alessandro Sallusti, infatti, la maggioranza di centrodestra che sta attualmente guidando Milano, con a capo il sindaco Sala, avrebbe inspiegabilmente respinto una mozione che dovrebbe invece mettere tutti dâaccordo.
In questa, il partito della Meloni chiedeva di fare risuonare in aula lâinno italiano, da cui prende spunto il nome dello stesso partito, nella prima seduta utile successiva a una ricorrenza nazionale.
Una provocazione che in realtĂ si configura come una risposta allâutilizzo di canzoni come quelle piĂš rappresentative della sinistra, tra cui Bella Ciao, che spesso capita di sentirle comparire in sedute e occasioni pubbliche ma che non hanno però la stessa ufficialitĂ di cui gode lâInno di Mameli, al contrario molto piĂš defilato nelle cronache dei media che compaiono sulle pagine dei giornali relative a ricorrenze nazionali, manifestazioni o eventi.
Ma che tuttavia dovrebbe unire tutti, davanti al motto musicale che rappresenta lâintera nazione. Ma non è stato cosĂŹ per la giunta milanese. CosĂŹ ad attaccare, dalle colonne di Libero, è il deputato meloniano Marco Osnato. âLa sinistra è pronta a sventolare qualsiasi tipo di bandiera e cantare qualsiasi tipo di canzone, anche quelle di âbattaglieâ ridicoleâ, attacca il politico. âMa evidentemente non lâinno degli italianiâ, chiosa.
Si tratterebbe, infatti, spiega il capogruppo di Fratelli dâItalia in Consiglio comunale Riccardo Truppo, di 4 o 5 occasioni al massimo lâanno. Che però non sono state sufficienti per convincere la giunta di Beppe Sala, che evidentemente non si riconosce in questo tipo di âstileâ patriottico.
Ma che tuttavia dovrebbe costituire, spiega il consigliere comunale, patrimonio di quei âvalori della collettivitĂ â che purtroppo non hanno mai segnato la totalitĂ del nostro Paese, sempre tragicamente segnato da lotte intestine e da spinte antitetiche di natura ideologica, che però proprio alla stessa collettivitĂ nazionale non fanno affatto bene.