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Bassetti a Notizie.com: “Se vaiolo cresce nelle prossime settimane pensiamo a profilassi”

Published by
Daniele Magliocchetti

Parla l’infettivologo sul nuovo-vecchio virus: “Situazione più controllabile rispetto a covid, ma una nuova evoluzione di un virus conosciuto preoccupa sempre”

Il vaiolo cresce, i casi, a poco a poco, aumentano, anche se la situazione è decisamente più controllabile e gestibile rispetto a quanto è successo col Covid. A sostenerlo e a non creare allarmismi è l’infettivologo e direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova Matteo Bassetti che a Notizie.com parla del cosiddetto “vaiolo delle scimmie” e spiega la situazione “Si tratta di un virus conosciuto, abbiamo un vaccino, abbiamo farmaci per curarlo, non è minimamente paragonabile a quella del covid o da altre situazioni del passato, però il fenomeno sta diventando di dimensione importanti, 300 casi in una settimana e una malattia che ha dei tempi di incubazione di 21 giorni. E’ verosimile pensare che sia la punta dell’iceberg, ma più lo studiamo, più sensibilizziamo e meglio è. Ci potranno essere ulteriori aumenti dei casi fino a migliaia, ma non deve allarmare, l’importante è che il sistema sanitario, i medici e gli ospedali siano sensibilizzati sull’argomento e siano in grado di mettere in isolamento le persone infette riuscendo così a isolare il focolaio

L’infettivologo Matteo Bassetti (foto Ansa)

Per Bassetti non è che ci siano tante alternative: “Qualcuno prevedeva pochi casi, ma crescono e continuano a crescere. E’ un elemento di preoccupazione, 300 casi sparsi in 21 paesi, è probabile che questo virus circolasse prima di questo fenomeno che è accaduto, qualcosa è andato sottotraccia e non è stato diagnosticato e questo perché ha una bassa contagiosità“. Per l’infettivologo non si tratta di un virus normale anche se conosciuto: “E’ un virus diverso che deve preoccupare perché non apparteneva al mondo umano, i casi descritti fino ad oggi c’è una matrice iniziale che è animale e poi successivamente è arrivato all’uomo. Ora sembra esserci un cluster grande. Il primo caso è animale, tutti gli altri casi sono casi a trasmissione interumana, non c’entra nulla il fatto che sia un nuovo virus, è invece un virus che ha fatto un salto di specie che è diventato virus umano, succede poi che quando arriva all’uomo il virus trova un vicolo cieco“.

“Non ci si deve allarmare, ma se cresce così tanto, si può pensare ad un approccio vaccinale, non per tutti ovviamente”

L’ex premier Matteo Renzi e l’infettivologo Matteo Bassetti (foto Ansa)

Per il futuro bisognerà monitorare la situazione legat a questo nuovo-vecchio virus e Matteo Bassetti a Notizie.com spiega cosa si dovrebbe fare: “Resterà per il futuro uno dei tanti virus con lesioni cutanee, oltre a cercare varicella, herpes, cercheremo anche il vaiolo delle scimmie. Dal punto di vista di noi infettivologi, cambia poco ma dobbiamo fare in modo che numeri non crescono, certo se crescono nelle prossime due-tre settimane, assisteremo a un’endemizzazione del virus, se c’è una circolazione elevata bisogna approntare delle strategie di profilassi diverse, ad esempio sarà da ripensare ad un approccio vaccinale ma non per tutti, bensì per le categorie a rischio, ad esempio, i medici o le donne che decidono di andare in gravidanza, anche perché ci sono delle lesioni devastanti a livello del feto

Ma non solo loro, per Bassetti bisognerà distinguere bene le cose e le situazioni: “Anche i giovani che hanno multipli rapporti sessuali, perché si tratta sempre di virus da contatto. Bisogna vedere che succede nelle prossime due-tre settimane, anche se il sistema ha dimostrato di essere molto più ricettivo, e per fortuna i primi casi sono avvenuti nel mondo occidentale, dove non c’è alcuna censura dal punto di vista medico, se invece fossero avvenuti in Cina, come col covid, sarebbe stato un problema. La cosa più importante è avere condivisione di dati e senza nascondere nulla, fino ad ora tutti i casi vengono comunicati all’istante. E’ un virus che ha una mortalità limitata, un per cento su 100 casi è una cosa, mentre un per cento su 10000 potrebbe essere già diverso. Una nuova evoluzione di un virus conosciuto preoccupa sempre. Virus ampiamente noto e conosciuto, sequenziato da anni, mai come col covid abbiamo imparato una cosa fondamentale: le notizie vanno condivise, la capacità di parlarsi tra sistemi sanitario, solo con la conoscenza e interscambi di informazioni si può gestire al meglio questa situazione”.

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Daniele Magliocchetti