Secondo il direttore di Libero Alessandro Sallusti il presidente russo Putin avrebbe un vantaggio che può giocare dalla sua parte nell’ambito del conflitto che si sta consumando in terra ucraina.
Da ormai oltre due mesi in Ucraina muoiono ogni giorno soldati ucraini e russi. Le stime parlano di un centinaio di soldati per ognuno dei due schieramenti, con la differenza che se gli ucraini diminuiscono di numero i russi vengono subito rimpiazzati da altri soldati che partono subito dopo. Questo, secondo quanto afferma il direttore Sallusti, garantirebbe quindi un vantaggio notevole a Putin, per una questione meramente matematica, quanto drammatica.
Il fatto cioè che ogni giorno i soldati che compongono la resistenza ucraina diminuiscono, perché caduti sul terreno di battaglia. Facendo in modo che la vittoria definitiva di Putin si avvicini ogni giorno in più. “Il leader russo non ha particolare fretta, dei suoi ragazzi morti non gliene importa e comunque essendo un dittatore non deve risponderne alla sua opinione pubblica”, è al versione tranchant che ne dà il direttore Sallusti.
Una differenza che, secondo quanto afferma nell’editoriale pubblicato su Libero, garantirebbe al Cremlino un vantaggio strategico rispetto a tutti gli altri Paesi, in cui la democrazia si esprime attraverso un lungo dibattito pubblico condito da passaggi politici e parlamentari. Lo stesso ragionamento che è stato fatto più volte, ad esempio, durante il periodo della pandemia.
Troppa libertà, dunque, in Occidente? La critica di Sallusti va in realtà in altra direzione, ma porta ad affermare che, dal suo punto di vista, “il pasciuto Occidente si sta per arrendere alla prepotenza di Putin ed è paradossale che ciò avvenga prima che l’eroica Kiev issi bandiera bianca”. Ciò emerge dall’impressione del direttore che ad oggi sia l’Europa che l’Italia nello specifico “stiano cercando una via d’uscita non per l’Ucraina ma per se stesse”.
E in tutto ciò, conclude Sallusti, “è apparentemente paradossale che in queste ultime settimane Roma abbia raddoppiato l’importazione di gas dalla Russia consegnando a Putin una montagna di miliardi da spendere per combattere contro i nostri presunti amici”. Un dramma nel dramma condito da contraddizioni che però, nel drammatico cinismo della guerra, potrebbe determinare l’esito degli eventi e della situazione geopolitica internazionale.