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Ucraina, la guerra delle mine e i tentativi di mediazione sul grano

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Paolo Colantoni

Lunga telefonata tra il leader russo Putin e Macron e Scholz. L’Unione europea tenta di trovare una soluzione per il grano

Una telefonata, come recitava un vecchio spot, allunga la vita, o (come accade in questo caso), può aiutare a risolvere una situazione molto spinosa, che lega la guerra in Ucraina e il resto dell’Europa. Il tema è la gestione del grano, con l’Ue pronta a nuove iniziative per scortare le navi e permetterle di superare i luoghi del conflitto.

Una telefonata di 80 minuti per fare il punto sul conflitto in Ucraina. Vladimir Putin, Emmanuel Macron e Olaf Scholz si sono confrontati sull’andamento della guerra. Cambiamenti di scenario repentini all’orizzonte non ce ne sono ma qualche timido segnale di apertura si può comunque annotare. Il leader del Cremlino ha infatti confermato “la disponibilità di Mosca a continuare i colloqui di pace con Kiev” e si è detto pronto a cercare una soluzione per “sbloccare l’esportazione del grano, compreso quello che si trova nei porti del Mar Nero”.

Putin però ha tenuto il punto sull’invio delle armi in Ucraina, ribadendo le sue perplessità ai continui aiuti verso Kiev.  “Rischia di destabilizzare la situazione e di aggravare la crisi umanitaria”, ha detto. Il leader russo, provocando gli stati europei, ha fatto sapere di aver testato il missile ipersonico ‘Zircon’ nel mare di Barents. Secondo quanto ha spiegato Mosca sarebbe stato lanciato da una fregata e avrebbe colpito “con successo” un bersaglio posto “a circa mille chilometri di distanza”. Se Putin ha mostrato i muscoli il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz, dal canto loro, lo hanno nuovamente invitato al cessate il fuoco “immediato” e al “ritiro delle truppe”. I presidenti francesi e tedeschi hanno chiesto “negoziati seri e diretti” con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la “liberazione” dei 2.500 combattenti dell’acciaieria Azovstal di Mariupol attualmente nelle mani di Mosca.

I colloqui continueranno, come confermato da Mosca. Per i militari di  Azovstal la Russia – secondo quanto riporta il Guardian – avrebbe in mente “un tribunale militare internazionale” ispirato a Norimberga per processarli. E anche sul campo Mosca non ha nessuna intenzione di fermare l’avanzata, anzi. Le forze armate russe hanno annunciato la conquista di Lyman, città strategica nell’Est mentre i combattimenti a Severodonetsk sono proseguiti praticamente strada per strada.”In Donbass la situazione è molto difficile”, ha ammesso Zelensky senza però perdere la fiducia. “Ricostruiremo tutto e non ci saranno alternative alle nostre bandiere ucraine”, ha precisato.

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Paolo Colantoni