L’ex pilota ha partecipato alla cerimonia del ritiro del numero 46, ed ha parlato della sua nuova vita da padre
“Fare il papà è una figata pazzesca”. Valentino Rossi parla della sua nuova vita lontano dai motori. Ma nonostante l’addio, il pilota italiano è ancora il Re del Mugello. Osannato, applaudito e festeggiato dai suoi tifosi, Valentino ha partecipato alla cerimonia del ritiro del numero 46. Il suo numero. Quello che lo ha contraddistinto.
Valentino si sta divertendo un matto a fare il padre. La sua nuova avventura, elettrizzante, come le corse in pista, lo ha preso al 100% “Sì, sì, c’è una bella atmosfera, a casa mia si sta bene, abbiamo la nonna Stefi di fianco. Le nonne sono impazzite per la nipotina, abbiamo dato loro una seconda giovinezza, sono molto contente. Io e Francesca abbiamo un carattere tranquillo, tutto questo si riflette su Giulietta: la notte dorme quasi come me, quello fa la differenza. Ci stiamo divertendo, fare il genitore è proprio una figata”. Ma prendersi cura di Giulietta, non lo ha distolto dalle corse. “Quest’anno il campionato è bellissimo e combattuto, Bagnaia e Bastianini stanno facendo paura, Luca Marini e Marco Bezzecchi sanno andando forte. La Ducati e la Aprilia la stanno facendo da padrone, l’Italia è super protagonista in MotoGP”.
Sulla cerimonia legata al ritiro del suo numero. “Ritirare il numero 46 è un momento molto triste da una parte perchè ho smesso e non ci sarà più un numero 46 nella Moto Gp, ma dall’altra è stato anche un momento emozionante perchè la mia è stata una carriera molto lunga, ho sempre corso con il 46 e sono molto fiero e contento perchè nelle corse di moto è ormai un marchio. Purtroppo – continua Rossi – le cose belle finiscono ma c’è tanta Italia in questa Moto Gp, tanti piloti che vanno forte”.
Sulla vita oltre le corse. “Mi chiedevo come avrei fatto una volta smesso di correre. Pensavo non avessi avuto più un obiettivo – ha aggiunto il Dottore, che ha visto oggi il ritiro ufficiale dalla MotoGP del “suo” numero 46 – Smettere di colpo e non fare più niente sarebbe stata più dura. Invece mi diverto con le macchine, sono una decina di gare all’anno. E’ un impegno giusto”.