Per salvare dal sequestro i loro mega yacht, gli uomini più ricchi della Russia usano uno stratagemma ingegnoso per non farsi rintracciare
L’Europa non ha nessuna intenzione di fermarsi con le sanzioni e, dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, l’obiettivo di Bruxelles è quello di mettere le mani sul tesoro degli oligarchi russi attraverso il sequestro o la confisca delle loro proprietà.
Le prime sanzioni hanno riguardato il sequestro delle mega navi di proprietà dei magnati russi, alcuni dei quali erano ormeggiati anche in molti porti italiani. Oggi, gli uomini d’affari di Putin, hanno escogitato un trucchetto per fuggire alla ricerca delle autorità e salvare le loro navi dal sequestro.
Un metodo semplice quanto ingegnoso è quello di spegnere il trasponder rilevatore satellitare di posizione Ais, una sorta di Gps attivo, e lasciar perdere le proprie tracce. A quel punto non basta più il sistema satellitare per rintracciare i multimilionari yacht, che così possono navigare e riparare in altri porti senza problemi. Questo, per esempio, ha fatto il miliardario russo Andrey Guryev con la sua barca di lusso Alfa Nero, che qualcuno la settimana scorsa ha visto ad Antigua nei Caraibi, anche se la sua ultima posizione ufficiale era marcata 3 marzo.
Secondo un’inchiesta del settimanile inglese The Observer, questo è il metodo che gli oligarchi avrebbero escogitato per fuggire dalla ghigliottina del sequestro dell’autorità internazionali che, ad oggi, hanno sequestrato almeno 13 yacht di proprietà russa in giro per il mondo per 2 miliardi di valore complessivo delle imbarcazioni. Sempre secondo il giornale inglese, sarebbero almeno cinque gli yacht milionari, di proprietà di oligarchi russi residenti nel Regno Unito, ad aver spento il proprio Ais e riuscire così a far perdere le loro tracce.
Attualmente nel mondo si spostano da un continente all’altro, solcando gli oceani, 9300 mega yacht e di questi circa un migliaio apparterebbero ai nuovi ricchi russi. My Sky, Motor Yacht A, Ocean Victory, Galactica Super Nova, Clio, i fantasiosi nomi di queste barche incredibili lunghe anche fino a 140 metri che in questo momento navigano come navi fantasma per fuggire al sequestro imposto dalla comunità internazionale come sanzione alla Russia per l’invasione dell’Ucraina.