Compensi lievitati in Marina in cambio di mazzette:2 militari ed 8 colleghi accusati di corruzione. Si parla di oltre 100 casi sospetti
Manipolazione di database e possibilità di compensi maggiori per i colleghi prossimi alla pensione, il tutto garantito con vere e proprie mazzette. Stando a quanto riporta Il Messaggero, questa è la vicenda che vede protagonisti un maresciallo della Marina militare ed un sottoufficile in congedo.
Il costo dell’intervento di Francesco Restivo, capo del reparto trattamento pensionistico della Marina, e di Domenico Pennestri, andava dai 7mila ai 10mila euro: ora i due militari insieme ad altri 8 colleghi sono accusati di corruzione. In seguito all’arresto dei due militari, finiti ai domiciliari a novembre, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno acquisito materiale utile e scoperto un centinaio di altri casi sospetti, sui quali ci sono in corso verifiche.
Le cifre sottratte all’Inps sono considerevoli, solo per gli 8 beneficiari già finiti sotto inchiesta l’importo si aggirava intorno al 50mila euro. Tali episodi vanno dal 2015 al 2020: i due militari sono accusati anche di truffa aggravata e, nel caso di Restivo, di accesso abusivo ai sistemi informatici; venivano trasmessi all’istituto di previdenza documenti contabili falsi nei quali risultava un imponibile complessivo diverso, e quindi maggiore, da quello reale.
Ruolo chiave nella vicenda lo hanno avuto le intercettazioni. “Mi ha fatto arrivare a Campagnano, in una zona deserta, con l’auto di servizio tutti mi guardavano“., racconta Restivo. E il collega: “Ti sei scordato che sono andato tre volte a Ladispoli, a Castel Madama“. Prosegue poi Restivo: “Lui non si muove perché deve seguire la figlia malata, cosa ci posso fare?“. Infine: “Per carità di Dio, però quello lo abbiamo fatto tornare più volte con il pullman con la moglie con il tumore, te lo sei scordato?“. Per l’accusa, i riferimenti frequenti ad ‘un caffè‘ da prendere con più persone che si sentono nelle conversazioni criptate, erano un modo per cercare di mascherare gli incontri nei quali avveniva la scambio di mazzette.