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Economia

Riforma del catasto: gli 007 davanti a tutti i numeri dell’abusivismo in Italia

Published by
Francesco Gnagni

Per i controlli sugli immobili, la riforma del catasto chiama in causa gli 007 del fisco per andare a scovare tutti quei casi (tanti) di abusivismo in Italia.

(Ansa)

Il primo aspetto positivo della riforma del catasto riguarda lo sblocco delle risorse per il taglio dell’Imu, che vede ridursi le aliquote grazie al gettito derivante da cespiti fantasma e riclassamenti, riguardanti ad esempio molti degli immobili abusivi che verranno rivalutati per il loro stato attuale. Le classiche vecchie stalle trasformate in depandance di lusso ma che restano ancora registrate al catasto come erano in precedenza.

Una quantità di casi che otto anni fa era stata rilevata dagli ispettori del Fisco pari a 2,2 miliardi di terreni. Su questi sorgevano infatti edifici di vario tipo, dai negozi alle abitazioni, che restavano del tutto invisibili alle banche dati catastali. Una parte di questi sembrerebbe avere regolarizzato la propria posizione in questi anni, ma ce ne sarebbero ancora molti nello stato di irregolarità. L’ultima edizione disponibile delle statistiche catastali, quella del 2021, ha contato 1,2 milioni di immobili fantasma.

I numeri dell’Istat e la questione del catasto

In sostanza secondo i dati dell’Istat relativi al 2020 in Italia c’è ancora un problema di abusivismo diffuso, che riguarda però non solamente le vecchie case ma anche quelle nuove. I numeri parlano purtroppo chiaro: su cento case edificate, ce ne sono al Nord 6,1 abusive, al centro 17,8 e al sud addirittura 45,6. Sul totale, il 17,7% delle nuove costruzioni in Italia risultano essere abusive. Ogni cinque nuove abitazione, una presenta forme di irregolarità.

La riforma del catasto che sta per essere presentata dal governo cerca di sanare questa problematica ma punta anche ad affrontare la lotta al sommerso, attraverso l’operato dell’Agenzia delle Entrate. Qui arriva la parte più complessa, che riguarda chi dovrà compiere questo lavoro di indagine e vero e proprio “spionaggio”. Il controllo nei confronti delle abitazioni abusive, o classificate in maniera diversa dal loro valore di mercato, verrà incrementato attraverso il lavoro dei Comuni, che possono già farlo, ma anche con un peso crescente dell’amministrazione finanziaria. 

Tra queste problematiche però c’è anche quella degli immobili di cui non si conosce più il valore di mercato reale, a causa del fatto che molte abitazioni presentano ancora la classificazione relativa al tempo in cui fu attribuita la rendita, che non tiene quindi conto di tutti i successivi cambiamenti avuti negli anni.

Il catasto parla di 3,5 milioni di edifici realizzati prima del 1940, di cui la maggior parte che hanno passato sostanziali opere di riqualificazione. Se si considera che oggi in Italia sono registrati solamente 70mila immobili di lusso, lo 0,2% del totale su un totale di 64,4 milioni di immobili, si nota subito che la cifra non è assolutamente veritiera. Casi come quelli romani, dove ci sono in centro abitazioni ancora classificate come popolari, fanno “scuola”.

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Francesco Gnagni