Anche Robert Eggers ha riflettuto sul futuro del cinema, analizzando i deludenti numeri del suo recente The Northman.
L’odierno panorama cinematografico mondiale sembra essere stato monopolizzato da un singolo fondamentale dilemma: la sala è ancora sostenibile sul piano produttivo o lo streaming ha davvero vinto? A porsi tale questione ecco anche Robert Eggers, che con il suo recente The Northman pare aver compreso fino in fondo la dimensione del problema. L’apprezzatissimo The Northman ha fatto segnare 67 milioni al botteghino, a fronte dei circa 90 milioni spesi per la realizzazione. La pellicola di Eggers non fa che confermare il trend negativo del post-pandemia, in cui altri grandi autori come Del Toro o Scott hanno faticato e, al contrario, le mastodontiche produzioni dei cinecomic hanno tratto un consistente vantaggio dal periodo di permanenza esclusiva nella sale. Il “giovane” regista statunitense ha dato una personale visione della situazione, dicendosi preoccupato per l’incerto futuro del suo cinema: “Non sono stupito. Penso che abbia pienamente soddisfatto le mie aspettative in un mercato tanto pessimo. Sono deluso dal fatto che, dopo tre o quattro settimane, siamo già on demand perché è così che si fanno le cose nel mondo post-COVID? Sì. Stiamo andando alla grande on demand, quindi ecco qua. Quando vedo, sui social media, le persone che si fotografano mentre guardano The Northman sul proprio laptop e ne sono entusiaste, mi vengono le lacrime agli occhi. Ma purtroppo la situazione è questa, non possiamo farci nulla. Ho bisogno di riformulare le mie strategie in merito a ciò che è meglio proporre ad uno studio. Ad esempio, come posso essere me stesso e sopravvivere in questo ambiente? Perché anche se non mi avrebbero comunque voluto, non vorrei dirigere un film Marvel, e non cercherò nemmeno di ottenere i diritti su Spawn o qualcosa del genere. Continuerò a fare quello che so fare. Ma so che in questo momento sono tutti nervosi, capisci? Sono tutti nervosi. Diventa difficile così”.
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L’evoluzione della settima arte sta attraversando un momento fondamentale per la definizione del futuro dell’audiovisivo e noi non possiamo che osservarne ogni nuovo aggiornamento.