Il momento storico non è di certo dei migliori e le imprese ne risentono in modo particolare, Bianchini: “Servono provvedimenti immediati”
“Quello che sta succedendo – dichiara il presidente Nazionale MIO Italia e responsabile Dipartimento Turismo Italexit Paolo Bianchini – nel nostro Paese è sempre più drammatico e sempre più paradossale. Mentre la situazione economica peggiora e nuovi venti di recessione soffiano sull’Italia e sul continente, causando la solita, devastante richiesta di austerity da parte della Ue, migliaia di aziende italiane, che erano perfettamente sane prima dell’inizio della pandemia, oggi rischiano di fallire. Questo a causa dell’avvenuta segnalazione alle centrali rischi e per l’immediata esclusione al credito bancario a cui sono state sottoposte“.
“E’ evidente – continua il comunicato – che queste imprese, la cui condizione non presentava criticità alla data dell’11 marzo 2020, sono andate in difficoltà a causa dei lockdown e delle continue restrizioni applicate in periodo pandemico. Soprattutto, in un periodo di difficoltà indotte e delle quali non avevano alcuna responsabilità, aziende e imprenditori non sono stati adeguatamente sostenuti da Conte e Draghi, anzi, sono stati affossati dalle scelte scellerate dei loro Governi“.
Prosegue poi il presidente: “Ora al danno provocato dalle scelte politiche si aggiunge anche la beffa. Sì, perché aumentando le sofferenze bancarie e le segnalazioni alle centrali rischi viene interdetto loro l’accesso al credito, con la conseguenza drammatica e scontata di inevitabili fallimenti personali e patrimoniali“.
“Il Governo ha il dovere di salvare queste imprese attraverso un provvedimento immediato che tuteli le aziende in difficoltà a causa di eventi eccezionali. Se Draghi non interviene subito, possiamo pensare che la sua intenzione sia di aiutare ancora una volta le multinazionali e i centri di potere finanziario, che già stanno facendo razzia di beni sul nostro territorio, ad acquisire anche le nostre imprese in difficoltà per trasformare definitivamente l’Italia in una colonia senza più tradizioni, ricchezze, possibilità future“, chiosa Bianchini.