Giarrusso: “M5S è allo sbando, è un’autocrazia, lo si chiami Contestelle”

L’eurodeputato catanese uscito dal movimento nei giorni scorsi sbotta e ne dice di tutti i colori, soprattutto nei confronti del leader

“Quando uno va via e sbatte la porta non è mai bello. Anzi, ci sono strascichi e polemiche a non finire. E’ il caso di Dino Giarrusso, ex Iena e attuale eurodeputato dei Cinquestelle. “Lasciare il Movimento 5 Stelle mi è costato moltissimo dal punto di vista emotivo e sino a pochi minuti dal mio annuncio, sono stato molto male perché ho creduto nella forza rivoluzionaria del movimento“, ha spiegato all’AdnKronos l’eurodeputato catanese Dino Giarrusso ‘uscito’ nei giorni scorsi dal M5S. “Se penso e vedo però – aggiunge il politico – a quello che avviene ancora oggi nel movimento, credo che la mia è stata una scelta coerente con i miei valori“.

Dino Giarrusso si candida alla Regione Sicilia – Ansa Foto –

In merito alle polemiche emerse dopo il suo ‘addio’ al M5S, in risposta al leader Conte, che nei suoi confronti non aveva usato parole al miele, tutt’altro, Giarrusso, con un po’ di veleno, osserva: “Da parte sua non mi aspettavo certe cadute di stile. E’ stato un ottimo presidente del Consiglio, il miglior rappresentante dell’Italia in Europa, e non rinnego la mia stima nei suoi confronti. Ma come capo politico non posso dire lo stesso e lo sta dimostrando ogni giorno“.

“Bravo come Presidente del Consiglio, non lo rinnego, ma come politico sta deludendo tanto. Troppo”

conte
(Ansa)

Il Movimento 5 Stelle è allo sbando – evidenzia GiarrussoIn Sicilia, per fare un esempio, ci sono solo due candidati sindaco su oltre 120 Comuni al voto. In Sardegna solo uno, in Campania sei, in Umbria uno, in altre regioni zero. C’è un disastro, un deserto totale a livello locale“.

Giarrusso ricorda infine come “molti iscritti, andando sempre in giro per la Sicilia, mi dicono ‘ma cosa ci stiamo a fare nel movimento se non contiamo più niente? Le nomine vengono calate dall’alto. Siamo nel governo Draghi che è il contrario di quello che abbiamo sempre detto. Non esistono più i meet-up, non ci riuniamo, non si può discutere, non ci fanno votare nulla, fa tutto Conte, ma perché ci dobbiamo stare?’. Ecco- conclude Giarrusso – più che una democrazia siamo di fronte ad una autocrazia. E’ il partito di Conte, chiamatelo ‘Contestelle’…“.

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