Esser costantemente ricollegato ad un film popolare rischia di diventare frustrante per un attore, ma a Thomas Brodie-Sangster non pesa affatto.
Ci sono delle carriere che sono fatalmente legate ad un singolo film o una saga e, se per Daniel Radcliffe è Harry Potter e per Robert Downey Jr è Iron Man, per Thomas Brodie-Sangster è senza dubbio Love Actually. Per gli sfortunati che non hanno ancora visto lo splendido lungometraggio diretto da Richard Curtis nel 2003, si tratta di un film natalizio tra i più famosi del ventunesimo secolo, capace come pochi altri di invadere con quel particolare calore natalizio le case di tutto il mondo. Il film ha visto consacrarsi la propria immortalità qualche anno dopo l’esordio in sala, che risultò comunque più che soddisfacente, con 244 milioni di dollari incassati su 40 di budget. A Thomas Brodie-Sangster, durante una recente intervista al The Guardian, è stato chiesto se il fatto di essere ricordato ancora come “il bambino di Love Actually” fosse un problema: “Se la cosa mi seccasse, trascorrerei gran parte della mia vita in questo stato. In realtà è una cosa di cui vado molto fiero, è bello far parte di un film che fa ancora parlare. Andò bene al botteghino ma non fu un successo straordinario, ci sono voluti anni prima che si ritagliasse il suo pubblico di affezionati”.
LEGGI ANCHE > Robert Eggers parla dei deludenti incassi di The Northman
In Love Actually si intersecano un’invidiabile quantità di parabole narrative, che vanno a formare un piacevole intreccio, in cui trovano una sorprendente intesa lo spirito natalizio e il tagliente cinismo tipicamente anglosassone.