Caro bollette, la speranza per un taglio netto stavolta arriva dall’Ue

Una notizie che molti aspettavano: la Commissione Ue tratterà con i singoli Paesi sull’idea di dare un tetto al prezzo del gas, come l’Italia chiedeva ormai da mesi. 

bollette
(Ansa)

L’ipotesi qualora diventasse realtà permetterebbe un taglio secco alle drammatiche bollette che ancora oggi risultano estremamente superiori a quelle dei tempi normali, e tutto ciò nonostante il calo dei prezzi del gas. Se solamente si fissasse un prezzo di mercato pari alla metà di quello attuale significherebbe un risparmio netto del 40% in bolletta, tagliando fuori ogni possibile picco.

Tutto però dipende dalle varie modalità con cui verrà effettuata questa misura, tanto nel livello del tetto quanto nelle possibili compensazioni, ovvero su chi effettivamente pagherà la differenza tra il tetto stabilito e i prezzi di mercato. La risposta, purtroppo, è che in parte verrà pagata sempre dai consumatori, ma per la parte restante dai produttori che dovranno così rinunciare ai profitti extra.

Le ipotesi in campo e il vantaggio per i consumatori

Nell’ipotesi di un prezzo pari a quello medio degli ultimi 10 anni, 60 euro, si avrebbe rispetto ad ora un risparmio di almeno il 30%. Mentre nell’ultimo anno la spesa per la bolletta elettrica di una famiglia-tipo, secondo le stime di Arera, sarebbe di poco meno di 1000 euro, nello specifico 948, con una crescita dell’83% rispetto all’anno precedente. Mentre per la bolletta gas si parla di una media di circa 1.652 euro, con una crescita del 71%.

Per arrivare ai livelli di spesa di circa un anno fa sarebbe quindi necessario un taglio del 40%, per arrivare una media di risparmio di un migliaio di euro tra luce e gas. Molto riguarderà anche i reali costi per l’approvvigionamento del gas, ovvero riconoscendo una giusta remunerazione agli importatori tenendo però conto dei prezzi alla dogana, piuttosto che di quelli gonfiati dalla speculazione.

Per l’Italia, un prezzo congruo potrebbe essere quello di 35 euro per megawattora, considerato che ad esempio un anno fa il gas costava poco più di 20 euro. Decisamente lontano dai 350 euro per megawattora raggiunti lo scorso marzo. Un possibile modello potrebbe essere quello iberico, in cui i produttori continueranno ad acquistare allo stesso prezzo il combustibile sui mercati internazionali. Così il limite di 40 euro a megawattora si applicherà nel momento della vendita di energia ai consumatori, ma con il risultato finale di un taglio netto.

Gestione cookie