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Spettacolo

La battuta di Alberto Sordi che oggi verrebbe censurata [VIDEO]

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Raffaele Sposito

Alberto Sordi è uno dei pilastri della comicità italiana, ma una sua battuta nello storico film ‘Il Marito’ oggi verrebbe censurata.

ANSA/ELIO VERGATI

Alberto Sordi. Un nome, una garanzia. Parliamo di uno dei volti della comicità italiana più iconici in assoluto, con dei film che hanno fatto la storia del cinema del Belpaese e delle battute che sono entrate nella cultura di massa senza passare dal via. La carriera del comico romano, classe 1920, è infinita: la sua prima apparizione in un film è datata 1937, a soli 17 anni, nel lungometraggio di Carmine Gallone ‘Scipione l’Africano’. Il suo ultimo film, ‘Incontri Proibiti’, è uscito nel 1998. Sessantuno anni di carriera.

La cultura della cancellazione

Dalla sua morte, avvenuta nel 2003, Alberto Sordi viene ricordato e celebrato come uno dei comici più amati d’Italia. Ma non tutte le sue battute, se i suoi film uscissero oggi, sarebbero accettate incondizionatamente da tutti, specie se consideriamo il clima culturale odierno, nel quale ogni parola deve essere squisitamente pesata, al fine di non offendere nessuno. Parliamo della ‘cancel culture’, o “cultura della cancellazione”. Riuscirebbe, l’illustre comico romano, a sopravvivere a questo fenomeno? Difficile a dirsi. Prendiamo, ad esempio, questa battuta del film ‘Il Marito’, uscito nel 1957.

ANSA

Il giorno del derby

Contesto: ne ‘Il Marito’, Alberto Sordi interpreta Alberto, un palazzinaro che si trova ad affrontare un matrimonio fallimentare con la moglie. La sua unica gioia è la Roma, la sua squadra del cuore. Da ciò, quando arriva il giorno della tanto aspettata stracittadina, ovvero il derby contro i cugini biancocelesti della Lazio, Alberto proprio non riesce a contenersi. Inizialmente, l’uomo pare essersi dimenticato di che giorno si tratti. La sua coscienza calcistica viene però risvegliata quando si accorge che un gruppo di tifosi biancocelesti sta scorrazzando per strada intonando inni a supporto della loro squadra.

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La battuta controversa

Da ciò, Alberto proprio non ci sta, e apostrofa i cugini con dei termini che oggi, con tutta probabilità, non passerebbero il vaglio della censura: “Anvedi sti sfollati! A profughi! A zozzi laziali!”. Questi gli epiteti assegnati ai biancocelesti da Alberto, che decide di agire concretamente: al grido di “tié, beccateve questo!”, il palazzinaro sfoga il suo astio dal terrazzo di casa sua puntando il tubo di irrigazione sui tifosi laziali sottostanti. Alberto ritiene ingiustificato questo carosello dei cugini, prima di rendersi conto che l’orario della partita si sta avvicinando. Da ciò, il romanista si prepara per andare allo stadio.

Alberto Sordi sopravviverebbe alla censura?

Le battute di Alberto ne ‘Il Marito’ nei confronti dei tifosi biancocelesti sopravviverebbero alla censura odierna? Sta alla sensibilità individuale dare un giudizio in merito alla questione. L’unica certezza è la seguente: ciò che nel 1957 veniva considerato inoffensivo, nel clima culturale odierno non sarebbe orfano di critiche, talvolta anche ingiustificate. Questo è il risultato della tanto criticata cancel culture, che – con tutta probabilità – non risparmierebbe nemmeno mostri sacri come Albertone.

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Raffaele Sposito