No a una via intitolata a Oriana Fallaci: sdegno contro le parole del sindaco

L’attacco del quotidiano Libero contro quello che definisce un vero e proprio boicottaggio della proposta di intitolare una via del centro di Livorno alla grande scrittrice toscana. 

fallaci
(Ansa)

La motivazione per cui non è possibile dedicare una via alla Fallaci, secondo il sindaco progressista di Livorno? Perché si tratterebbe di una figura “divisiva”. O meglio, di una “icona di destra”. Frase suffragata da una giustificazione, secondo la quale “non ebbe legami con la città”. Si tratta però, ovviamente, di un falso problema: difficile sostenere che nelal toponomastica italiana ci siano solamente nomi di personalità che abbiano avuto a che fare con la stessa città in cui si esprimono.

“Sconcertante constatare che l’immensità di questa donna e giornalista venga considerato patrimonio di molti, ma non di tutti”, scrive la giornalista Hoara Borselli, chiedendosi il perché non si riesca, in Italia, ad andare oltre le ideologie per riconoscere personalità che non appartengono solo alla storia culturale della sinistra ma di tutte le parti politiche più rappresentative.

Il ragionamento capzioso del sindaco di Livorno

Oriana Fallaci infatti, annota il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, è certamente una personalità di grande rilievo, che non si più sicuramente additare solamente a una parte politica ma a un movimento e un simbolo rappresentativo del pensiero e della cultura italiano, oltre che a una grande autrice e opinionista che non solo ha avuto l’occasione di intervistare le più grandi importanti personalità del Pianeta ma anche di mettere in luce molte delle contraddizioni della seconda parte del Novecento. Riscuotendo grande consenso nei suoi lettori e ammiratori. 

Non è però il caso del sindaco di Livorno Luca Salvetti, che ha rifiutato la proposta di Fratelli d’Italia di intitolare una via alla giornalista, additando come motivazione il fatto che si tratterebbe di un personaggio estraneo a Livorno, in quanto fiorentina doc. “Ma che ragionamento è? Fallaci è o no, senza ombra di dubbio, la più grande, conosciuta e prestigiosa giornalista italiana del dopoguerra?”, è la domanda caustica del quotidiano.

“Diciamo la verità: una stupidaggine più grossa il sindaco non poteva dirla”, è la chiosa furiosa dell’articolo in cui viene riportata la vicenda, ricordando l’insensatezza di pensare che in ogni città debbano esserci vie intitolate solo a coloro che hanno un legame con la stessa, oppure che non siano “divisive”, perché in quest’ultimo caso gran parte delle vie dedicate a veterani del pensiero comunista, come per esempio Antonio Gramsci a cui sono dedicate numerosissime vie in tutto il Paese, sarebbero altrettanto problematiche.

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