Referendum, guai per la Littizzetto: gravi accuse dalla Lega

Referendum, nel corso dell’ultima puntata del programma ‘Che Tempo Che Fa’ la comica Luciana Littizzetto ha fatto arrabbiare non poco alcuni parlamentari della Lega che hanno esposto un annuncio nei suoi confronti dopo le ultime affermazioni rilasciate in televisione

Grvi accuse dalla Lega per la Littizzetto
Luciana Littizzetto (Ansa Foto)

Polemiche attorno al programma ‘Che Tempo Che Fa‘ condotto dal conduttore televisivo Fabio Fazio. Anzi, in realtà a causare un vero e proprio “caos” ci ha pensato la donna che vedete inquadrata in foto. Sì, stiamo parlando di Luciana Littizzetto che, nel corso dell’ultima puntata, ha fatto infuriare non poco alcuni parlamentari di un partito politico.

In particolar modo quelli della Lega. Tanto è vero che questi ultimi hanno presentato una interrogazione in commissione di Vigilanza Rai. L’obiettivo è quello di chiedere ai vertici dell’azienda di rivedere (e risentire) il pensiero della comica sulle posizioni contrarie ai referendum sulla giustizia senza il benché minimo contraddittorio. Ad annunciarlo ci hanno pensato Giorgio Maria Bergesio, Dimitri Coin, Umberto Fusco, Elena Maccanti, Simona Pergreffi e Leonardo Tarantino.

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Gravi accuse dalla Lega per la Littizzetto
Luciana Littizzetto (Ansa Foto)

Questa è una parte della lettera: “Leggendo un’immaginaria lettera al Parlamento, la comica si è esibita in una reprimenda dal vago sapore di superiorità morale contro l’ammissibilità dei quesiti referendari perché, a suo dire, i cittadini non avrebbero le capacità culturali per valutarne i contenuti“.

I parlamentari hanno dato colpa alla stessa trasmissione per aver mandato in onda “un vero e proprio monologo contro i referendum sulla giustizia”. Non solo: una frecciatina è stata lanciata anche nei confronti dello stesso Fazio, colpevole di non aver tutelato le opinioni di quanti sono a favore delle istanze referendarie.

Secondo loro sarebbero state violate “le più elementari disposizioni sul pluralismo televisivo ma anche quanto previsto dal contratto di servizio“. In conclusione ci hanno tenuto a precisare che l’azienda deve garantire il rigore ed anche la considerazione ed il rispetto delle regole deontologiche. Non solo: oltre a quello professionale da parte dei suoi giornalisti e degli operatori del servizio pubblico.

 

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