Rino Gaetano, 41 anni fa morte di un mito della musica italiana

Il 2 giugno del 1981 uno schianto contro un camion a Roma, mise fine alla vita di uno dei più grandi e particolari cantautori del Belpaese

Uno dei giorni più tristi della musica italiana. Era il 2 giugno del 1981 e Rino Gaetano moriva all’improvviso a causa di un brutto incidente stradale. Un frontale con la sua macchina e un camion che veniva dalla corsia opposta, ma Rino aveva invaso la corsia, forse per una distrazione o perché non era brillante, fatto sta che l’impatto fu devastante e il cantante riportò diverse frattura, la più importante al cranio. Venne trasportato in diversi ospedali quella mattina, ma tanti dovettero respingerlo perché non erano adeguatamente attrezzati per le fratture della testa e del cranio. Alla fine arrivò al Policlinico Gemelli, ma fu tardi e morì in maniera triste, tragica e solitaria. Era giovane, in ascesa e aveva solo 31 anni.

Il Mito
Rino Gaetano a Sanremo durante il Festival della canzone italiana il 27 Gennaio 1978, quando presentò la canzone ‘Gianna’. (foto Ansa)

Da quel maledetto giorno sono passati quarantuno anni. E l’amarezza più grande, ancora ben presente, di aver perso e smarrito uno dei cantautori più particolari, ecclettici e avanti di tanti altri della sua epoca. Ora Rino Gaetano è riconosciuto come uno dei più grandi, le sue canzoni vengono cantate e diffuse anche dai giovanissimi dell’ultima generazione, ma non è stata facile la sua carriera. Appena trasferitosi a Roma quando sul finire degli anni ’60, ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica al Folkstudio dove, si dice, sia nata “scuola Romana” di De Gregori e Venditti, su tutti.

Le sue canzoni sono immortali da Nuntereggae più a Gianna fino al Cielo è sempre più blu

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Il ricordo di Rino Gaetano a 40 anni dalla sua morte (foto Ansa)

Le sue erano filastrocche beffarde e spesso ironiche e, secondo qualcuno, autobiografiche, attraverso le quali metteva a nudo un’Italia che sembra per certi versi molto vicina a quella attuale, quella delle auto blu e degli evasori legalizzati di Nuntereggae più. O la forza femminile di Gianna. E poi ancora tante altre, visto che la lista è lunga, Berta filavaSfiorivano le viole.

Il momento che lo ha consegnato alla storia della cultura pop del nostro Paese è la sua partecipazione al festival di Sanremo 1978: si presentò con in testa una tuba che gli aveva regalato Renato Zero, un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica. Sul bavero del frac portava appuntata una colossale quantità di medagliette, che nel corso dell’esibizione consegnò in parte al direttore d’orchestra e in parte lanciò al pubblico. Come se non bastasse aveva in mano un ukulele. La canzone era Gianna e, per la prima volta nella storia del Festival, fu pronunciata la parola “sesso“. In quel momento l’Italia scoprì Rino Gaetano. Non venne capito subito e da tutti, però in quei tre minuti di quella splendida e dissacrante canzone Rino ha forse insegnato alla generazioni future il coraggio di sfidare le regole. E così fu-

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