Avrebbe davvero dell’incredibile l’indiscrezione che vorrebbe l’azienda telefonica pronta a rompere l’accordo con la pay tv
Che il business tra la Tim e Dazn per la trasmissione in streaming della Serie A di calcio non fosse partito con il vento favorevole lo si sapeva già: problemi di connessione e di investimenti sbagliati. Ma che ora il matrimonio potrebbe finire addirittura prima del previsto non lo poteva immaginare davvero nessuno.
C’è un accordo firmato nell’estate 2021 da 340 milioni di euro annui, da rispettare, ma che la compagnia, guidata dall’amministratore delegato Pietro Labriola, vuole rivedere al ribasso dopo il flop, in termini di risultati e abbonati, della partnership con DAZN. Ora, addirittura, sarebbe pronta a liberarsi di questo accordo per stringerne un altro con altre piattaforme.
Sky e Amazon in pole position
Secondo il quotidiano La Stampa, quella che doveva rivelarsi il grimaldello che avrebbe portato la fibra nelle case di tutti gli italiani, con un boom di abbonamenti trainato dal calcio, si è trasformata in una delusione enorme e costosissima, tanto da far accantonare a Tim, nel suo bilancio al 31 dicembre 2021, 540 milioni di euro legati all’accordo, in caso di conti in rosso. E adesso, sembrerebbe che Tim ne abbia parlato con Sky e con Amazon, sondando così i soggetti del settore per capire chi potesse essere interessato a subentrare. Lo stesso Labriola, parlando con gli analisti, ha ammesso che le trattative sono in corso per rinegoziare i contratti spiegando che “non ha senso pagare per contenuti esclusivi”, ma ha anche riconosciuto che il sentiero è stretto e per questo ha preferito non fornire ulteriori dettagli.
Un’emorragia di ascolti
L’ultima stagione, per quanto combattuta fino all’ultima partita, dallo scudetto alla retrocessione, ha registrato un’emorragia di ascolti. Colpa di Dazn e della sua allergia alla rilevazioni degli ascolti. Una resistenza che rende ancora più complicato capire quanto valgano davvero le sette partite a settimana che Tim e Dazn si sono aggiudicate in esclusiva, investendo 840 mln l’anno per il triennio 2021-2024. Resta sornione in attesa così Sky che, senza i diritti tv della Serie A, è riuscita comunque a contenere l’impatto economico e che quindi ora non sembra più disposta a presentare offerte milionarie, anche perché sa benissimo che il suo know-how resta ancora all’avanguardia rispetto a tutte le varie concorrenti. Positivo il riscontro della partita di Champions League, trasmessa in esclusiva da Amazon con la sua costola Prime.