Ucraina, siamo arrivati al triste traguardo dei cento giorni di combattimento nel paese orientale. Ripercorriamo insieme tutte le tappe di questo conflitto che ha cambiato e sta cambiando il mondo
Pensare che l’obiettivo di Vladimir Putin era quella di fare una “guerra-lampo”. Pardon, “operazione-lampo“. Già, perché in Russia nessun telegiornale, media locale, presidente, ministro degli Esteri, Ministero e altro non ha mai pronunciato la parola “guerra”. In nessun loro discorso. Anzi, se qualcuno glielo fa notare c’è anche il rischio che ti redarguiscano. L’unica cosa certa e che nessuno può mettere da parte e che il conflitto continua.
Non solo: che il numero dei morti sale vertiginosamente. Giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Continuano ad arrivare notizie strazianti dal paese orientale. Le forze russe continuano la loro avanzata con il tentativo di “riprendersi” quello che considerano loro. Dall’altra parte, però, non ci stanno e rispondono ai loro attacchi, missili, bombe ed altre armi mortali. I numeri sono impressionanti: più di 4mila civili (innocenti) uccisi. Tra questi più di 260 bambini. La situazione, purtroppo, non è cambiata di una virgola. Adesso ripercorriamo insieme alcune delle tappe fondamentali di questa guerra che non cessa a smettere.
Ucraina, centesimo giorno di guerra: tutte le tappe del conflitto
Il tutto ha inizio il 24 febbraio quando la tv russa ‘Rossija 24‘ manda in onda un servizio (preregistrato) in cui si vede il numero uno del paese Putin annunciare l’operazione militare per proteggere il Donbass, smilitarizzare e denazificare l’Ucraina. Qualche minuto più tardi si iniziano a sentire le prime esplosioni in alcune città come Kiev, Odessa, Kharkiv e Mariupol. Segno del fatto che l’invasione e gli attacchi sono iniziati.
Il giorno dopo arriva la risposta di Volodymyr Zelensky insieme ai suoi uomini in cui afferma che non lascerà assolutamente il proprio paese e che lo difenderà a tutti i costi. Dopo qualche giorno i russi prendono il controllo della stazione di Chernobyl. Ucraina e Russia decidono di incontrarsi, per la prima volta, in Bielorussia per avviare il primo negoziato (nulla di fatto). Tra il 2 ed il 4 marzo i russi prendono il controllo di Kherson e la centrale nucleare di Zaporizhizhia.
Nel frattempo anche il resto del mondo non resta a guardare ed inizia a sanzionare pesantemente la Russia. Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti danno un grande segnale e mostrano tutta la loro vicinanza all’Ucraina. Ovviamente offrendo anche aiuti. Il 9 marzo bombe russe colpiscono un ospedale a Mariupol causando moltissimi morti ed anche un teatro dove si erano rifugiati molti civili. A cadere in guerra anche alcuni giornalisti come Brent Renaud ed Alexandra Kuvshinova.
Il 29 marzo altro atto di trattative tra i due paesi, questa volta si verifica in Turchia dopo l’ok da parte di Erdogan. Il 3 aprile a Bucha, dopo che i russi hanno lasciato la città, vengono trovati centinaia di corpi legati di civili ucraini uccisi. L’8 aprile alla stazione di Kramatorsk missili colpiscono civili che aspettano i treni per evacuare. Più di 50 i morti. Il 29 aprile, durante la visita del segretario generale Onu Antonio Guterres, missili russi colpiscono il centro di Kiev (morta giornalista ucraina).
Il 3 maggio, dopo il ritiro delle truppe russe, vengono trovati quasi 300 cadaveri di civili ad Irpin giustiziati con colpi di arma da fuoco. Il 20 maggio, dopo giorni di resistenza, i soldati riparati all’acciaieria Azovstal di Mariupol si arrendono e si consegnano ai russi dopo gli ordini arrivati da Kiev. In quella occasione la città è in mano ai russi. Infine il 2 giugno i russi prendono il controllo dell‘80% di Severodonetsk. Il tutto mentre si continua a sparare e a provocare altro sangue.