In merito alla questione del petrolio russo ha voluto dire la sua anche il numero uno della Lega, Matteo Salvini. Quest’ultimo ha risposto alle provocazioni da parte del Partito Democratico e non solo: ne ha anche per Matteo Renzi e Luigi Di Maio
Ne ha davvero per tutti Matteo Salvini e lo ha dimostrato. Il tutto si è verificato a Padova, nel corso di una iniziativa elettorale Ha risposto ad alcune domande dei giornalisti per quanto riguarda la situazione che si sta verificando in Ucraina. In particolar modo per l’embargo del petrolio russo e gli operati che lavorano alla raffineria di Priolo in provincia di Siracusa. La situazione nella città siciliana è preoccupante visto che 3500 operai sono a serio rischio licenziamento.
Non solo: c’è la possibilità che l’impianto venga chiuso. In merito a questa possibilità il numero uno della Lega ha voluto rispondere con l’arma dell’ironia e si è scagliato contro Matteo Renzi, il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ed anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Queste sono state alcune delle sue parole: “Vanno a mangiare a casa loro se l’impianto chiude?“.
Questa la provocazione lanciata dallo stesso Salvini. La possibilità che il petrolchimico siciliano, visto il serio rischio dell’embargo del petrolio russo, possa cessare la produzione da un momento all’altro. Poi si è voluto togliere anche qualche sassolino dalla scarpa, puntando il dito contro la sinistra: “Io vengo da 4-5 giorni che da sinistra me ne han dette di tutti i colori perché io ho cercato di lavorare per la pace.
Quando io facevo il liceo classico a Milano, un giorno sì e un giorno no, c’erano uno sciopero, un picchetto o un’autogestione perché quelli di sinistra che li organizzavano, volevamo la pace“. Poi ha voluto concludere in questo modo: “Ora nel 2022, chi come me che lavora per la pace, viene attaccato dalla sinistra, mentre quelli del Pd parlano solo di armi e di guerra. Ecco come è cambiato il mondo“.