La riforma è arrivata dopo attenta valutazione di una commissione specifica: nei prossimi mesi previsti aumenti
In Italia si torna a discutere del Salario Minimo. Gli stipendi italiani, seguendo una statistica pubblicata da diversi organi di informazione, restano tra i più bassi dell’Unione Europea e il mondo politico si divide sulla necessità di adeguare lo standard italiano a quello degli altri Stati. Nelle ultime ore il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha annunciato di voler aprire un tavolo con le parti sociali, affinché sia stabilito un tetto anche nel Belpaese.
La novità sostanziale arriva dalla Germania. Il Parlamento tedesco ha fatto un grande passo avanti, apportando una sostanziale e concreta novità: è stato infatti approvato l’innalzamento del salario minimo a 12 euro all’ora. La proposta era stata lanciata lo scorso anno in campagna elettorale dal cancelliere Olaf Scholz. L’aumento di quasi il 15% entrerà in vigore il 1° ottobre. Secondo il governo ci sono circa 6,2 milioni di persone che attualmente non arrivano a percepire quella cifra. Il ministro del Lavoro Hubertus Heil ha dichiarato al parlamento che l’aumento salariale del 1° ottobre potrebbe essere il più grande che 6 milioni di tedeschi abbiano mai visto. Si tratta per lo più di lavoratori della Germania orientale, rimasta indietro rispetto a quella occidentale a più di tre decenni dalla riunificazione.
Cosa cambierà
Il salario minimo era inizialmente fissato a 8,50 euro all’ora. Una commissione specializzata e composta da rappresentanti dei sindacati e dei datori di lavoro, ha poi approvato un aumento fino a 9,82 euro, la cifra attuale. Il 1° luglio il salario salirà a 10,45 euro, prima di raggiungere il minimo di 12 euro ad ottobre. La commissione continuerà a fare revisioni.
La situazione in Italia
E in Italia cosa succederà? Il ministro Orlando ha spiegato che le parti sociali verranno convocate nelle prossime settimane. “E’ urgente aiutare chi si trova in condizioni di lavoro povero, chi percepisce un salario più basso e chi invece vede eroso il proprio potere d’acquisto dall’inflazione, quindi tutta la massa dei lavoratori italiani”. Di parere opposto il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che non è d’accordo all’idea di istituire in Italia un salario minimo base poiché “non si può mettere in carico alle aziende un ulteriore costo”. Per Giorgetti il vero tema è il cuneo fiscale: “Il tema del cuneo fiscale, sollecitato dal presidente di Confindustria che non è mai riuscito a passare, ora potrebbe tornare di attualità”, ha affermato.