La guerra starebbe producendo effetti devastanti che dal caro prezzi potrebbero tradursi in carestie per molti paesi. Pronto il vertice, è allarme massimo.
Luigi Di Maio pochi giorni fa aveva analizzato quello che è un quadro preoccupante. Nel valutare i problemi economici derivanti dal conflitto in Ucraina, e l’impatto devastante sui paesi Europei, il Ministro ha approfondito gli effetti che la crisi potrebbe avere non solo sui rincari dei prodotti alimentari, ma anche sulla potenziale mancanza di cibo nei paesi più vulnerabili.
Secondo Di Maio la guerra del grano potrebbe minacciare la stabilita dell’Africa, trasformandosi in possibili conflitti, migrazioni di massa e ancora in minacce di terrorismo. A dar forza alle tesi del ministro arriva l’appello di Maurizio Martina, vicedirettore generale della Fao. In una intervista a Repubblica ha chiarito che la crisi alimentare va contrastata subito, sottolineando che l’impatto più pesante oggi riguarda la crescita dei prezzi, ma in breve tempo gli aumenti potrebbero trasformarsi in una vera e propria carenza di cibo nelle aree più vulnerabili del Mediterraneo.
In un quadro già preoccupante l’obiettivo è sbloccare quei porti ucraini in cui le navi cariche di grano sono ferme, in modo da garantire le esportazioni. Russia e Ucraina, in una riunione a tre con l’Onu, potrebbero siglare a Istanbul un accordo nei prossimi giorni, ma il focus, in una iniziativa lanciata dal Ministero degli Esteri italiano, è aprire un tavolo in un vertice che si terrà mercoledì, per provare a giocare un ruolo fondamentale in una partita molto delicata.
La sfida è da vincere, e sono i numeri a chiarire quali siano i rischi per l’Africa. Nel continente il 40% del grano è importato da Ucraina e Russia, e gli sforzi sono già rilevanti per via dei prezzi in forte aumento. Ecco perché mercoledì sarà convocato un “Dialogo ministeriale mediterraneo sulla sicurezza alimentare”. L’iniziativa, voluta dai Ministeri degli Esteri e dell’Agricoltura con l’assistenza della Fao, con la partecipazione di 27 paesi e 7 organizzazioni internazionali, ha l’obiettivo di prevenire scenari pericolosi.
In una intervista a Repubblica, Maurizio Martina ha quindi chiarito alcuni aspetti di ciò che sta accadendo e dei pericoli per molte nazioni. “Dobbiamo contrastare gli effetti della crisi – ha affermato – perché se oggi il problema è l’aumento dei costi, domani potrebbe essere la carenza di cibo. Mercoledì presenteremo progetti completi – ha ribadito – come la creazione di uno strumento di finanziamento a sostegno dell’importazione nei paesi africani”. E intanto si cercano corridoi per facilitare il trasporto del grano ed evitare un rischio concreto e molto pericoloso.