L’ex tennista azzurro ricorda commosso il giornalista scomparso: “Di aneddoti ce ne sarebbero tanti, ma in Atp era un’istituzione”
Un groppo in gola e un colpo al cuore. Diego Nargiso ancora non sapeva della tremenda notizia, Gianni Clerici non c’è più. E l’ex tennista, ora opinionista e allenatore, rimane in silenzio e la prima cosa che dice è “mamma mia che brutta cosa mi avete detto”. Era un’icona, una vera icona. Lo conoscevano tutti nel circuito e non è escluso che l’Atp lo ricordi a dovere nei prossimi giorni. Diego Nargiso a Notizie.com lo ricorda con sincero affetto: “Ho cominciato a giocare da ragazzino e giravo nei tornei di tutto il mondo e lui c’era. Non c’è molto da dire, quando se ne va una persona come Gianni lascia un vuoto pazzesco. Uno di quelli che, in un certo senso, ha davvero fatto la storia del tennis. Seguivo le partite in tv e a volte mi distraevo perché mi faceva ridere e andavo dietro a quello che raccontava, mamma mia“.
E’ davvero colpito e commosso, quasi non sa che dire Diego Nargiso. Per lui Gianni Clerici era un mito, una di quelle persone con cui è cresciuto sia da bambino, ma anche come atleta: “Ancora mi ricordo che una volta a Flushing Meadows giocavo contro Jim Courier e feci una partita eccezionale e lui disse: mamma Diego sta giocando da numero uno al mondo, poi ebi un calo nel secondo set e Gianni, con la solita ironia che lo contraddistingueva, si corresse e disse: ecco Diego è tornato a giocare da Nargiso e Courier ne sta approfittando…era unico e da lui accettavo tutto, anche la critica più severa perché era uno che ci capiva davvero non come tanti altri”.
La sua assenza si farà sentire. Secondo Diego Nargiso non ci sono giornalisti come lui in questo momento “e secondo me mai più ci saranno”, ripete in continuazione l’ex tennista napoletano. “Era unico, per davvero – ricorda Diego Nargiso a Notizie.com -, nel circuito era ascoltato, tutti quanto noi leggevamo con attenzione ciò che scriveva e quando faceva delle domande, anche stelle mondiali come Nadal o Federer lo ascoltavano con attenzione. Era stato un giocatore, anche di discreto livello e si vedeva, quando ci parlavi, che non solo ci capiva ma che amava profondamente questo sport“.
Un vuoto pazzesco, “il tennis senza Gianni non è la stessa cosa, si potrebbero raccontare aneddoti su aneddoti, cose che ti raccontava lui e che restano nella storia, stavi le ore ad ascoltarlo, anche quando eri stanco, ma era troppo bello sentirlo parlare e raccontare come solo lui sapeva fare. Mamma mia che tristezza che ho, mi mancherà davvero tanto“.