Il tecnico giallorosso parla all’Università di Lisbona e non risparmia qualche frecciatina su come si organizza il mercato
Dice e non dice, ma poi alla fine, seppur col suo solito modo, dice. Eccome se dice. José Mourinho si presenta all’Università di Lisbona e si mette a fare due ore di lezione nel corso ‘High Performance Football Coaching“. Lo Special One ha parlato di diverse cose della Roma, delle sue vecchie squadre ma anche del modo di approcciare con i giocatori e della preparazione. A riportare le parole del portoghese è stato “Tribuna Expresso”, unico media ammesso all’interno dell’aula. José si concentra sui giocatori e in qualche modo parla di mercato e lo fa a modo suo, lanciando qualche frecciatina al club giallorosso: “Quando sei in un club che non ha limiti di budget e puoi comprare chi vuoi, puoi mantenere uno stesso schema perché hai i migliori giocatori e la migliore panchina, che ti permette di giocare sempre con la stessa qualità e gli stessi principi…”
Il discorso è diverso se hai problemi di budget come sembra avere la Roma, almeno rispetto ad altri club dove ha allenato lo Special One: “Se invece non sei in un club che ha problemi di budget, secondo me è impossibile fare ragionamenti del genere. Devi adattarti ogni giorno. Nel nostro caso, quando un giorno si cambiano quattro o cinque giocatori fondamentali, cambia tutto….”
Sul futuro, Mourinho non si sbilancia più di tanto, ma prosegue il suo concetto sul valore dei giocatori e sulla possibilità di lavorarci dal punto di vista mentale: “Non si lavora con i calciatori, ma con uomini che giocano a calcio. Quindi l’empatia è fondamentale. Siamo in un periodo del calcio in cui tutti cercano di trovare la ‘ricetta perfetta’, alcuni pensano che il segreto sia l’innovazione tattica o fare qualcosa di nuovo negli allenamenti”.
“Uno dei migliori attaccanti del mondo, Eto’o, giocava da terzino contro il Barcellona – ha aggiunto e ricordato lo Special One -: questo succede solo grazie all’empatia. Senza empatia non c’è felicità, soprattutto quando non si hanno giocatori incredibili. Il rapporto umano è, e sarà sempre, fondamentale. Se sei in un club normale, non essere ossessionato dalla tattica e dalla metodologia, ma si lavora sull’empatia”.