Dopo il terribile attentato in una chiesa nigeriana il giorno di Pentecoste, arriva la tragica e caotica conta dei morti, mentre i vescovi nigeriani lanciano l’appello.
La tragedia avvenuta nello Stato federale nigeriano di Ondo, dove è stata presa di mira una chiesa cattolica durante la Messa di Pentecoste, è senza precedenti. In un primo momento fonti mediche avevano parlato di 50 morti, ma si è trattato di un bilancio confuso. La drammatica conta si è ridimensionata a 21 vittime, mentre tuttavia i numeri di un esponente politico locale parlavano di 100 uccisi. Tra questo, però, anche molti bambini che si trovavano in chiesa con i genitori.
Sale così la rabbia della popolazione e della Chiesa locale e non solo. “È una pazzia, solo in Nigeria delle persone uccidono bambini, mariti e mogli nel giorno di Pentecoste. È incredibile come può qualcuno arrivare con l’intenzione di uccidere tutti in una chiesa“, ha affermato il vescovo della diocesi di Ondo, monsignor Jude Arogundade.
Le ricostruzioni e le dichiarazioni del governo locale
Finora infatti l’area era sempre stata immune da questo tipo di violenza. Le prime ricostruzioni hanno spiegato che almeno quattro uomini armati si sono mischiati alla folla di fedeli che pregavano nella chiesa di San Francesco Saverio, nella località sudoccidentale di Owo, per poi dare via al fuoco non appena padre Andrew Abayomi ha iniziato a dirigere i presenti fuori dalla chiesa.
Il racconto di padre Andrew è da brividi. “Gli uomini armati hanno detonato degli esplosivi. Insieme ad alcuni fedeli ci siamo nascosti nella chiesa mentre altri erano usciti prima che gli assalitori iniziassero a sparare”, ha spiegato, riferendosi alle esplosioni, una delle quali ha distrutto totalmente l’altare. Uno dei responsabili dell’attacco ha tentato di sequestrare alcuni fedeli e padre Abayomy, senza riuscirci. Ma tra le vittime ci sono bambini, neonati, donne incinte, mentre decine di feriti sono stati invece trasportati nell’Ospedale cattolico di Owo e in altre strutture.
Papa Francesco dopo il vile attentato ha inviato un telegramma a monsignor Arogundade, in cui definisce l’accaduto “un atto di indicibile violenza”, definendosi “profondamente rattristato” e assicurando la sua “vicinanza spirituale a tutte le persone coinvolte”. Dure anche le parole del presidente nigeriano Muhammadu Buhari, che ha affermato che “la Nigeria non si arrenderà mai” davanti agli attentatori.
Così la Conferenza episcopale cattolica della Nigeria ha esortato il governo a “intensificare gli sforzi per dare la caccia agli aggressori della chiesa di San Francesco Saverio”. I vescovi hanno anche sottolineato che “in caso contrario si accelererà la caduta del Paese nell’anarchia”. Non c’è ancora una rivendicazione, ma molti guardano verso i pastori Fulani e Boko Haram, i due gruppi più sanguinari del Paese.
“Dobbiamo sempre sapere che i Fulani ci circondano nella foresta e possono attaccarci da un momento all’altro”, racconta a Vatican News una religiosa infermiera che si sta prendendo cura dei feriti, suor Agnes Adeluyi. “Siamo terrorizzati ma dobbiamo perseverare. Abbiamo tutti paura perché in realtà non c’è supporto di protezione da parte del governo. La gente ha paura ora anche di andare in chiesa“.