Partygate: Johnson si salva dalla sfiducia, ma il suo governo è a rischio

E’ una vittoria a ‘metà’ quella di Boris Johnson sulla vicenda del Partygate: il premier si salva dalla sfiducia, ma il Governo non si è blindato.

Nessuna sorpresa a Downing Street sulla vicenda del Partygate. Boris Johnson si salva dalla mozione di sfiducia presentata da parte di un gruppo della maggioranza, ma il suo ruolo di premier non è così certo come ha voluto far credere il leader del Partito Conservatore subito dopo il voto.

Boris Johnson
Boris Johnson supera la prova di fiducia sul Partygate © Ansa

Il premier inglese, riportato da TgCom24, ha parlato di un “risultato convincente e decisivo. Il governo va avanti“. Ma analizzando bene i numeri possiamo vedere come la maggioranza non è riuscita a blindarsi e un altro scandalo potrebbe essere fatale per Boris Johnson.

I voti in suo favore, infatti, sono stati 211 sui 180 che servivano per riuscire a non far passare la mozione di fiducia. Quindi si ha circa 30 voti da conservare per non innescare una nuova crisi di governo. Preoccupano sicuramente i 148 contrari e un Partito Conservatore non assolutamente compatto.

Boris Johnson resta premier, ma la maggioranza è a rischio

Johnson
Il Governo di Boris Johnson è sempre più a rischio: ecco perché © Ansa

Il partygate, quindi, non ha fatto cadere Boris Johnson, ma confermato una maggioranza spaccata in Gran Bretagna. Il premier inglese, come detto in precedenza, ha voluto tranquillizzare un po’ tutti sui numeri ribadendo che la sua maggioranza è solida e che il Governo andrà avanti senza particolari rischi.

Sicuramente i 31 voti in più ottenuti rispetto alla maggioranza consentono per il momento a Johnson di restare a Downing Street, ma si tratta di un margine troppo piccoli per guardare con fiducia al resto della legislatura. Il rischio di una caduta esiste soprattutto considerando che c’è una spaccatura proprio all’interno del partito della maggioranza.

Il primo esame, come detto, è stato superato, ma in futuro non possiamo escludere un risultato sicuramente diverso da quello della serata del 6 giugno. E proprio per questo la leadership di Boris Johnson non è così al sicuro come lo stesso premier vuole far capire attraverso le sue dichiarazioni.

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