Nuovo picco da record per la benzina: prezzi alle stelle ai self, dall’inizio della guerra gli aumenti sono vertiginosi.
Sono i numeri forniti dal ministero della Transizione ecologica il 6 giugno a dare la dimensione di quanto la corsa dei prezzi per il carburante abbia raggiunto cifre altissime.
La benzina al self service sfiora i 2 euro al litro e arriva fino a 5 centesimi in più della settimana precedente, mentre il gasolio si attesta a a 1.851 euro al litro, oltre 3 centesimi in più di 7 giorni fa. Nuovo picco quindi, e una media di prezzi che tiene conto di quanto in alcune zone d’Italia le colonnine indichino rincari abbondantemente superiori a quelli citati. Il caro benzina, in sostanza, è uno degli effetti più pesanti del conflitto nei territori ucraini e si sta trasformando in una vera e propria emergenza.
Le stime non sembrano infatti aprire orizzonti positivi per i prossimi mesi, e i calcoli su quanto il carburante stia pesando per le tasche degli italiani sono allarmanti. In sostanza un litro di benzina costa 9 centesimi in più, 13 per quel che riguarda il diesel, e i rincari calcolati su un pieno sono preoccupanti. Rispetto ad inizio anno la benzina è salita del 12,8%, pari a 11,5 euro per un pieno di 50 litri, mentre per il gasolio l’aumento è di 13,31 euro a rifornimento.
Rincari pesantissimi dunque, nonostante gli interventi del governo per calmierare i prezzi. Le colonnine nell’ultimo periodo sono tornate a salire vertiginosamente, e i numeri forniti dalle associazioni dei consumatori restano molto preoccupanti. Oltre alla crisi che determina la crescita dei prezzi sono anche le speculazioni a preoccupare, e l’intervento dovrebbe essere sull’Iva, in modo da ridurre in qualche modo le spese per le famiglie.
Un pieno costa in media 5 euro in più, e calcolando su base annua le spese ci si trova davanti ad una spesa che diventa dura da sostenere. Secondo l’Unione Nazionale dei Consumatori il taglio delle accise non basta più ma bisogna intervenire sull’Iva. La richiesta che arriva al governo è di ridurre l’Iva dal 22 al 10% per contrastare una crescita preoccupante che nel lungo periodo si sta trasformando in un peso non da poco con conseguenze molto pesanti.