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Esteri

Sanzioni, l’ammissione di Putin agli attori dell’economia russa

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Francesco Gnagni

L’ammissione del presidente russo all’importante forum economico nazionale, che tuttavia non sembra scalfire di un millimetro la sua volontà di restare all’attacco sul campo di guerra. 

(Ansa)

Lunedì scorso il presidente russo ha inviato un messaggio agli organizzatori del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, che si svolgerà nella città russa dal 15 al 18 giugno, per cercare di tenere alto il morale del mondo produttivo russo. Il Forum è infatti il momento in cui l’economia del Paese si confronta con il resto del mondo per cercare di tenere alta la cooperazione.

In un momento come questo, però, c’è evidentemente bisogno di uno sforzo in più per mantenere l’entusiasmo e celare malumori e preoccupazioni. Putin, nel suo discorso, ha parlato di sovranità economica nazionale, spiegando che “l’economia russa si affiderà sempre più su iniziative private”. 

I settori più in difficoltà e la volontà di continuare la guerra

Il focus è quello di accelerare lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie chiave ma soprattutto sulla costruzione di un sistema finanziario tanto indipendente quanto efficiente. Tuttavia, per lo stesso Putin è stato particolarmente difficile nascondere la preoccupazione rispetto ad alcuni settori cruciali per l’economia. 

Tra questi, certamente l’industria automobilistica, su cui pesa la dipartita delle grandi case straniere, ad esempio quelle francesi e tedesche come Renault e Wolkswagen, ma anche la mancanza di tutta quella componentistica che prima veniva importata dall’estero e che ora spinge le fabbriche, a poco a poco che finiscono le scorte, a chiudere letteralmente i battenti.

Forte difficoltà la si rileva anche nell’industria siderurgica, che secondo quanto affermato dallo stesso Putin rischia di andare incontro a “tagli produttivi nel medio termine”. Tanto che l’impulso del presidente al suo governo è quello di definire entro la fine del mese di luglio un nuovo piano per la gestione del budget federale nell’arco dei prossimi tre anni.

L’obiettivo è la stabilità dei conti pubblici ma anche, possibilmente, quello di ridare slancio alla crescita, sostenendo imprese e consumatori. Una strada che giorno dopo giorno si fa sempre più impervia e difficile, visto l’ulteriore blocco varato dal Tesoro americano sull’acquisto di titoli di debito russo, che ora potranno essere solo venduti dagli investitori Usa, e non più acquistati.

Difficoltà che tuttavia non sembrano fermare nemmeno di un millimetro il presidente Putin sul fronte di guerra. Come dimostrano gli interventi sempre più duri e radicali dal fronte russo, come ad esempio quello del vicepresidente del Consiglio della Sicurezza Madvedev, che ha scritto contro l’Occidente: “Mi chiedono spesso perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è questa: io li odio”.

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