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Cronaca

Contro il transumanesimo, il Papa sulla vecchiaia cita Anna Magnani

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Francesco Gnagni

Bergoglio ha indicato nella missione dei “vecchi” di oggi lo sfatare “l’illusione tecnocratica di una sopravvivenza biologica e robotica”. Un chiaro riferimento all’ideologia transumanista, prendendo in prestito le parole della grande attrice romana. 

(Ansa)

Nella catechesi dell’udienza generale dedicata all’età anziana, Bergoglio ha cioè fatto un riferimento, nient’affatto velato, all’ideologia che soggiace a tutti quegli esperimenti che guardano nella direzione dell’allungamento infinito, eterno, dell’esistenza corporale, all’ibridazione tra uomo e macchina e all’uso della ricerca scientifica nella direzione del superamento dei limiti umani, e corporei. Tanto da portare alcuni uomini e donne facoltose persino a farsi “criogenizzare”, in una forma di ibernazione umana che ricorda i più macabri film di fantascienza.

Un contesto ideologico fortemente presente in alcuni Paesi occidentali ma anche orientali, che più volte la Santa Sede ha avvertito come campanello d’allarme del rischio di una deriva etica contemporanea. La missione che il Papa mette in carico agli anziani sarà però possibile solamente in una direzione, quella di guardare all’abbraccio del Signore che donerà una “nascita dall’alto”, una nuova “generazione nello Spirito”, aprendosi cioè “alla tenerezza del grembo creatore e generatore di Dio”.

La citazione di Francesco delle parole di Anna Magnani

Quella pronunciata da Bergoglio è la tredicesima catechesi dedicata al tema della vecchiaia, e il Papa è partito dalla risposta di Gesù alla domanda di Nicodemo, uno dei capi dei Giudei: “Come può un uomo nascere quando è vecchio?”. Da qui per il Papa si origine “il cuore della rivelazione di Gesù e della sua missione redentrice”, quando Cristo “dice a Nicodemo che per vedere il regno di Dio bisogna nascere dall’alto”.

Il che “non si tratta di ricominciare daccapo a nascer di ripetere la nostra venuta al mondo, sperando che una nuova reincarnazione riapra la nostra possibilità di una vita migliore”, in quanto sarebbe una “ripetizione priva di senso”, che “svuoterebbe di ogni significato la vita vissuta, cancellandola come fosse un esperimento fallito, un valore scaduto, un vuoto a perdere”.

Ma si tratta di comprendere che “la nascita dall’alto, che ci consente di entrare nel regno di Dio, è una generazione nello Spirito, un passaggio tra le acque verso la terra promessa di una creazione riconciliata con l’amore di Dio. È una rinascita dall’alto, con la grazia di Dio. Non è una rinascita fisica, un’altra volta”. A quel punto Bergoglio ha citato le parole di una delle più grandi attrici italiane di tutti i tempi, Anna Magnani.

“Mi vengono in mente le parole di una saggia attrice italiana, la Magnani, quando le hanno detto che dovevano toglierle le rughe, e lei disse: “No, non toccarle! Tanti anni ho avuto per averne: non toccarle!”. È questo: le rughe sono un simbolo dell’esperienza, un simbolo della vita, un simbolo della maturità, un simbolo di aver fatto un cammino. Non toccarle per diventare giovani, ma giovani di faccia: quello che interessa è tutta la personalità, quello che interessa è il cuore, e il cuore rimane con quella giovinezza del vino buono, che quanto più invecchia più buono è”.

Per il Papa, la vita nella carne mortale “è una bellissima incompiuta”

Per Francesco, infatti, la vita nella carne mortale “è una bellissima incompiuta: come certe opere d’arte”, mentre la fede permette di accogliere “l’annuncio evangelico del regno di Dio al quale siamo destinati”. Consente cioè di “vedere il regno di Dio. Noi diventiamo capaci di vedere realmente i molti segni di approssimazione della nostra speranza di compimento per ciò che, nella nostra vita, porta il segno della destinazione per l’eternità di Dio”.

Una prospettiva in cui “la vecchiaia ha una bellezza unica”, ha continuano il Papa. “Camminiamo verso l’Eterno. Nessuno può rientrare nel grembo della madre, e neppure nel suo sostituto tecnologico e consumistico. Sarebbe triste, seppure fosse possibile. Il vecchio cammina in avanti, verso la destinazione, verso il cielo di Dio. Il vecchio cammina con la sua saggezza vissuta durante la vita”, aprendo a “quella tenerezza, libera da ogni prova umana, che ha vinto le prove umane e capace di dare gratuitamente l’amore, la vicinanza amorosa dell’uno per gli altri”.

E che per Bergoglio “assomiglia tanto… ma, assomiglia non dirò, ma apre la porta a capire la tenerezza di Dio. Non dimentichiamo che lo Spirito di Dio è vicinanza, compassione e tenerezza. Dio è così, sa accarezzare”. Così la domanda finale, al cuore del suo appello al mondo, in cui chiede di non rilegare gli anziani a carne da macello, o a una sorta di macchina da rottamare. “Come mai questa cultura dello scarto decide di scartare i vecchi, perché non sono utili? I vecchi sono i messaggeri del futuro, i vecchi sono i messaggeri della tenerezza, i vecchi sono i messaggeri della saggezza di una vita vissuta”.

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Francesco Gnagni