Assurda scoperta al cimitero di Prima Porta: facevano a pezzi i cadaveri e chiedevano soldi, sono 13 gli indagati.
Secondo i 13 dipendenti Ama era un modo per arrotondare, ma il Pm ha fatto luce su un sistema del tutto illegale.
I corpi i alcuni defunti erano tagliati e fatti a pezzi, poi venivano gettati nell’ossario comune, ma alle famiglie venivano chieste cifre dai 50 ai 300 euro per procedere a quella che era chiamta una “idonea estumulazione”.
In realtà si trattava di una vera e propria truffa, che alle famiglie veniva proposta come un modo per eseguire una legittima estumulazione della salma. Secondo i Pm gli indagati facevano credere che la somma aggiuntiva era necessaria per trasferire i resti in cassette più piccole e poi lucidare la salma. La ricostruzione però ha fatto luce su un sistema iniziato nel 2020, per il quale ci sono ora 13 persone indagate.
Truffa al cimitero di Prima Porta: la ricostruzione
Le indagini fissano i primi casi nel gennaio del 2020. Poi la truffa sarebbe stata sistematica, e grazie ad alcune telecamere istallate dai Carabinieri è stata fatta luce su quanto accadeva. Secondo il Pm Andrea Beccia i tredici dipendenti dell’Ama e alcuni impiegati di agenzie funebri avevano messo in piedi il sistema per arrotondare sullo stipendio.
Ora sono tutti indagati per vilipendio di cadavere e truffa in concorso. Sono stati tutti rinviati a giudizio e l’udienza è fissata ad ottobre per ascoltare i testimoni. Tante famiglie hanno infatti chiarito ciò che veniva richiesto, e i filmati hanno fatto luce su quanto accadeva. Le ossa infatti venivano fatte a pezzi e gettate nell’ossario comune, mentre le famiglie pagavano somme per un servizio del tutto illegittimo e soprattutto diverso da quello effettuato.