Il procuratore aggiunto di Torino ha chiesto lâarchiviazione per tre suore di una Rsa in cui prese vita un focolaio, e il Gip lo ha accolto. Tra le motivazioni, emerge lâimpossibilitĂ di distinguere tra i morti con e per Covid, dovuta allâassenza di autopsie.Â
La richiesta da parte della magistratura è quella di distinguere chiaramente le morti per Covid dalle morti con Covid, altrimenti resta impossibile comprendere cosa sia avvenuto e di conseguenza pensare di poterne valutare eventuali responsabilitĂ piĂš o meno gravi. Lo scrive il procuratore aggiunto di Torino Vincenzo Pacileo nellâambito della richiesta di archiviazione dellâindagine legata ai contagi e anche ai decessi che si registrarono tra il febbraio e lâaprile del 2020 in una Rsa cittadina.
Si tratta della Casa di riposo San Giuseppe di Grugliasco, dove tre suore delle Figlie della CaritĂ di San Vincenzo deâ Paoli sono finite a processo, indagate per epidemia colposa. Nellâoccasione che fece partire lâaccusa, oltre a 17 tra operatori e suore anche 25 anziani furono colpiti dal virus, e 9 di questi morirono.
Vennero chiamate a rispondere di questa catena di contagi le tre religiose, nello specifico la responsabile sanitaria, la rappresentante legale della congregazione e la direttrice della struttura. Ma il procuratore torinese spiega però ora che le tre non potevano essere accusate della diffusione del virus, per la semplice ragione che non câerano allora indicazioni chiare da parte delle autoritĂ sanitarie.
Senza contare gli scarsi mezzi di protezione che erano allora a disposizione dei centri come lâRsa torinese. Nella prima ondata della pandemia, tra gli ospiti della struttura morirono 46 persone, di cui solamente 9 vennero sottoposti a tamponi, e riconosciuti come positivi. Ma Pacileo ora spiega che i decessi cominciarono in realtĂ a febbraio, quando ancora in Italia nessuno aveva unâidea chiara di cosa fosse il Covid e di cosa sarebbe successo di lĂŹ a poco.
Secondo la richiesta, quindi, le tre suore avrebbero fatto tutto quello che era per loro possibile per combattere la diffusione dei contagi. Il gip Giovanna De Maria ha cosĂŹ accolto la richiesta e disposto lâarchiviazione, come spiega il quotidiano La VeritĂ . Ma ci sono voluti piĂš di due anni per giungere a questa conclusione. Tra le motivazioni della sentenza, però, che colpiscono il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro câè la parte in cui si spiega che âle ospiti talvolta molto anziane sono morte con il Covid e non necessariamente per il Covidâ.
Il punto è cioè lâassenza di autopsie che possano dare una conclusione certa di quanto accaduto davvero, dovuta alla circolare diffusa nel 2020 dal ministro Speranza che cancellò ogni possibilitĂ di accertare i casi di decessi per Coronavirus, da distinguere da quelli con Coronavirus, vietando le autopsie o riscontri diagnostici sui pazienti venuti a mancare in quei mesi, sia allâinterno delle strutture sanitarie che nelle proprie abitazioni. In quel caso, si sarebbero di sicuro avuti dati piĂš precisi rispetto ai decessi dovuti alla pandemia.