“Così uccidono il Made in Italy”: per i francesi il fast food fa meno male del Parma Dop

Eh sì, sembrerà assurdo. Ma per Nutriscore, sistema di etichettatura ideato dal nutrizionista Serge Hercberg, il panino del fast food è più “sano” di una fetta di prosciutto di Parma.

Insomma, meglio il pollo o il pesce fritto, gli oli industriali e le varie salse, secondo quanto riportato dalla stessa società. Vengono assegnati “semafori” verdi, gialli e di altre tonalità di colore che indicano i valori di ciò che vogliamo acquistare o mangiare.

Nutriscore
Secondo Nutriscore un panino del fast food sarebbe più sano del prosciutto (Twitter)

La sorpresa, stando anche alle foto diventate virali sui social, è quella della confezione del prosciutto crudo venduta al supermercato. Si legge infatti una “D” che non indica proprio un cibo consigliabile. In tanti si sono chiesti: come è possibile? Parliamo comunque di un prodotto d’eccellenza mono-ingrediente come il Parma Dop, invidiato da tutto il mondo, e invece secondo il sistema è meno sano rispetto a un sandwich con dentro una cotoletta preparata alla velocità della luce. Questo almeno dicono le varie schermate. E non è finita, c’è un’altra anomalia: l’olio extravergine d’oliva è definito “arancione” a differenza degli hamburger industriali, contrassegnati con la “C” di colore giallo. Idem per il parmigiano. Per questo motivo il governo italiano sta portando avanti una battaglia a livello europeo proprio nei confronti di Nutriscore in vista dell’adozione del nuovo regolamento comunitario sull’etichettatura degli alimenti.

“Difenderemo i nostri prodotti, il sistema è sbagliato”

Nutriscore
Per gli esponenti della Lega Nutriscore è un sistema di etichettatura fallace (Twitter)

Nutriscore prende infatti in considerazione i valori nutrizionali per 100 grammi di prodotto. E poi l’algoritmo non riesce a distinguere i grassi pericolosi da quelli saniSilvia Sardone, eurodeputata della Lega, ha affermato: “Si tratta di un sistema fuorviante e discriminatorio che esclude dalla dieta alimenti sani e naturali che sono da secoli sulle nostre tavole, favorendo prodotti di cui non si conosce nemmeno la ricetta”. Il rischio, secondo la leghista, è che si favorisca la diffusione di “prodotti simbolo di stili di vita alimentari squilibrati”, penalizzando tutti gli altri. “Continueremo a difendere, con impegno e passione, i nostri prodotti. Sono un’eccellenza da tutelare”, ha aggiunto. In Parlamento ha promesso battaglia per evitare che Nutriscore arrivi anche nei supermercati italiani.

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