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Cronaca

Il Papa non va in Africa, si continua ad agitare lo spettro delle dimissioni

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Francesco Gnagni

L’annuncio della Sala stampa e il Pontefice costretto a rimandare il prossimo viaggio in Africa, “accogliendo la richiesta dei medici”. Sullo sfondo si continua da giorni ad agitare lo spettro delle dimissioni del Pontefice, a causa della sua presunta salute precaria.

(Ansa)

“Accogliendo la richiesta dei medici e per non vanificare i risultati delle terapie al ginocchio tuttora in corso, il Santo Padre con rammarico si vede costretto a posticipare il Viaggio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan previsto dal 2 al 7 luglio p.v., a nuova data da definire”. Le parole del direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni accompagnano la rinuncia al volo che avrebbe portato Francesco nella capitale congolese Kinshasa e nella città di Goma, e nella capitale sudsudanese Juba.

“Posticipare non è annullare”, ha tuttavia precisato Bruni parlando con i giornalisti, spiegando che la fisioterapia ha prodotto risultati ma i medici hanno sconsigliato caldamente uno sforzo eccessivo, che potrebbe rendere vano ogni miglioramento. Sullo sfondo tuttavia, mentre Papa Francesco incontra nel Palazzo Apostolico Vaticano il presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, con cui “si è parlato di guerra in Ucraina, di clima e di architettura sostenibile”, continua ad agitarsi da giorni lo spettro delle presunte dimissioni del Pontefice.

L’agitazione sulle dimissioni di Bergoglio, e la sua risposta

Un claim, quello delle dimissioni di Francesco, che parte dai siti tradizionalisti alle varie conferenze episcopali per arrivare fino al Washington Post o a Le Figaro. “È Francesco vicino alla fine del suo pontificato?”, ha titolato il giornale americano. Più volte il Papa in passato nei suoi interventi pubblici non ha escluso che in futuro, proprio come per Ratzinger, possa verificarsi ancora la stessa eventualità di abbandono del Soglio petrino. Ma tuttavia ha anche allo stesso modo più volte sottolineato, a precisa richiesta, che lui si vede morire in Vaticano, da Pontefice.

Ma per gli avversari di Francesco l’idea di un abbandono del timone della Chiesa fa gola e non poco, così ogni pretesto viene colto con grande caparbietà per essere amplificato al massimo, e diffuso con golosità su tutti i media possibili. In questo caso, il pretesto è stata una battuta di Bergoglio, come quelle a cui ha abituato tutti i fedeli in questi anni, stavolta pronunciata in privato con i vescovi italiani. “Piuttosto che operarmi mi dimetto”, avrebbe detto parlando del ginocchio che continua a dargli seri problemi, probabilmente con il sorriso stampato in viso.

(Ansa)

Tanto basta per fare rievocare il gesto di Benedetto XVI e la sua stola poggiata sulla tomba di Celestino V, il primo a dare le dimissioni dalla Cattedra di Pietro. Gli occhi si sono così puntati sulla data del 28 agosto, e la sua visita programmata all’Aquila, inserita tra un Concistoro il 27 agosto e la riunione di tutti i cardinali sul tema della riforma della Santa Sede, il 29 e 30 agosto. Tutti i cardinali della terra saranno presenti in Vaticano, mentre lui se ne va tutto solo nella cittadina terremotata dell’Abruzzo. 

Le voci delle dimissioni del Papa, per quanto creino rumors e agitazioni, sono state liquidate con poche parole dal Vaticano. D’altronde, solo un anno fa le stesse affermazioni venivano diffusa dopo il suo delicato intervento al colon, al Gemelli di Roma. Una volta superato l’intervento, Bergoglio ci scherzò su: “Non mi è passato neanche per la testa”.

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Francesco Gnagni