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Sport

Da Nadal a Valentino Rossi: tutti i riti scaramantici dei campioni

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Francesco Spagnolo

Sono diversi i riti scaramantici che hanno accompagnato la carriera dei campioni sportivi. Andiamo a scoprirne alcuni.

La scaramanzia è sicuramente parte integrante dello sport. Sono molti i campioni che durante la loro carriera hanno deciso di fare le stesse cose prima di una partita o gara perché secondo loro porta bene.

Rafa Nadal è molto scaramantico: i dettagli © Lapresse

Uno degli atleti più scaramantici di sempre è sicuramente Rafa Nadal. Oltre al famoso rito prima di battere o di ricevere, il tennista spagnolo deve avere sempre le sue bottigliette d’acqua allineate a bordo campo con le etichette rivolte verso i giocatori.

Ma il record dei riti appartiene al portiere scozzese Alan Rough, che prima di entrare in campo doveva portarsi il suo anello portachiavi a forma di cardo, una vecchia pallina da tennis e scarpetta in miniatura. Poi non doveva dimenticare una piccola maglia con la forma di stella, doveva appendere i suoi vestiti al gancio numero 13, indossare la 11 sotto quella ufficiale, far fare tre rimbalzi al pallone nel tunnel, calciarlo a porta vuote e, a gioco iniziato, soffiarsi il naso più possibile.

Le scaramanzie dei campioni

Felipe Massa era uno dei piloti più scaramantici © Lapresse

Naturalmente sono diversi i campioni che hanno deciso delle proprie scaramanzie. Per esempio, Tiger Woods in ogni gara deve indossare la maglia rossa. Diversi i riti anche nel mondo dei motori. Loris Capirossi saliva sulla moto sempre dal lato destro, Valentino Rossi nella sua lunga carriera ha sempre portato il numero 46, Marco Lucchinelli ha vinto un Mondiale indossando camicia e cravatta sotto la tuta.

Spostandoci in Formula 1 c’era Felipe Massa che indossava lo stesso paio di mutande il sabato o la domenica. Sebastian Vettel infila nella scarpa una medaglietta di San Cristoforo.

Naturalmente la scaramanzia non può mancare nel calcio. Ai tempi della Nazionale Tardelli, per esempio, ha giocato con un santino infilato all’interno dei parastinchi. E difficilmente ci si può scordare della boccetta di acqua santa di Trapattoni ai Mondiali in Corea oppure i racconti di Zambrotta sul fatto di infilarsi prima la scarpa sinistra e poi la destra durante il giorno delle partite. O ancora Pelè che ha chiesto ad un tifoso di restituirgli la maglia perché non riusciva a giocare allo stesso modo dopo avergliela regalata.

E, infine, non possiamo dimenticare Michael Jordan che per tutta la carriera ha indossato i pantaloncini della sua università della North Carolina sotto la divisa ufficiale dei Chicago Bulls.

Riti scaramantici che hanno fatto parte dello sport e che, molto probabilmente, continueranno a caratterizzare i momenti che precedono la partita o la gara di tutti i campioni.

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Francesco Spagnolo