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Brutte notizie per gli investitori: dalla Bce arriva la stangata

Published by
Paolo Colantoni

Tassi in forte aumento: rincari che partiranno da luglio e proseguiranno a settembre: “Tutto dipenderà dall’inflazione”

Brutte notizie per gli investitori europei. Dalla Bce arrivano infatti rincari, ma a cifre più alte rispetto a quelli previsti per ciò che concerne i titoli di Stato. Una notizia destinata a portare scossoni alle economie dei vari Paesi. Una vera e propria svolta della Bce. Ma più pesante rispetto alle previsioni.

Dal 1° luglio in poi scatteranno le novità: diventerà infatti ufficiale lo stop per gli acquisti di titoli di Stato nell’ambito del Quantitative easing. Mentre dal 21 luglio, in coincidenza con la prossima riunione del Consiglio direttivo, ci sarà il primo rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base. Ma le notizie negative non sono finite: a partire da settembre ci saranno altri aumenti. Un fattore che non si verificava da quasi undici anni. “Prevediamo di aumentare nuovamente i tassi di interesse di riferimento della Bce a settembre. La calibrazione di questo aumento dei tassi dipenderà dalle prospettive aggiornate sull’inflazione a medio termine. Oltre settembre, sulla base della nostra valutazione attuale, prevediamo che sarà appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori aumenti dei tassi di interesse“, ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, in conferenza stampa ad Amsterdam.

Il rialzo di luglio, secondo quanto riferito dalla Lagarde, riguarderà tutti e 3 i tassi.”Se le prospettive di inflazione a medio termine dovessero persistere o peggiorare — si legge nel comunicato del board di Francoforte — un aumento maggiore sarebbe appropriato alla riunione di settembre. Oltre settembre, sulla base della sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo prevede che sarà appropriato un percorso graduale ma sostenuto di ulteriori rialzi dei tassi di interesse. In linea con l’impegno del Consiglio direttivo a raggiungere l’obiettivo del 2% a medio termine, il ritmo con cui il Consiglio direttivo adeguerà la propria politica monetaria dipenderà dai dati in arrivo e da come valuterà l’evoluzione dell’inflazione a medio termine”.

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Paolo Colantoni