La polizia intervenuta in forze nel quartiere periferico del Gallaratese, tanti feriti al pronto soccorso una ragazza e il bambino di due anni
Una notte infernale. Quasi una guerriglia. Maxi rissa tra gli occupanti degli alloggi popolari di via Bolla, a Milano: una sessantina di persone si è riversata in strada dopo le 21,30 del 10 giugno, armata di bastoni e di ogni genere di oggetto pericoloso. Per sedare la lite, al civico 40, è dovuta intervenire in forze la polizia, chiamata subito. A farne le spese anche un bambino di due anni che è stato portato in ospedale per accertamenti. Sarebbe stato solo visitato per precauzione, ma non avrebbe ferite o traumi evidenti. Il 118 è intervenuto con tre ambulanze e un’auto del personale medico che ha lavorato sul posto, medicando sul posto quattro persone, due maschi di 17 e 2 anni e due donne di 21 e 44 anni. I medici hanno poi deciso per il trasporto al pronto soccorso solo per la ragazza, che avrebbe riportato escoriazioni, e per il bambino, entrambi in codice verde.
I motivi che hanno portato a uno scontro di così ampia portata sono in corso di accertamento, ma quei caseggiati di proprietà Aler (l’azienda regionale che gestisce gli alloggi di edilizia popolare) non lontano dal Cimitero Maggiore nel quartiere Gallaratese vivono da anni tra degrado e abusivismo.
Con un problema di difficile convivenza tra gruppi spesso in conflitto. Una ferita aperta che va avanti da anni. Adesso la rivolta. Gli agenti della polizia, inviati dal questore Giuseppe Petronzi, sono intervenuti con una decina di volanti prima e con cinque squadre del Reparto mobile a disposizione di un dirigente. La situazione descritta dalla presidente del Municipio 8, Giulia Pelucchi. che u facebook ha descritto cosa è successo: “Questa settimana in via Bolla c’è stata un’escalation di risse il cui culmine è in corso stasera. Botte, spranghe, coltelli, bombe carta, spari”.
“Il denominatore comune di questi avvenimenti – ha affermato Pelucchi – é sempre il solito: la totale indifferenza della proprietà di queste case, delle sue occupazioni abusive, la mancanza di volontà nel proporre soluzioni e la riqualificazione di questi stabili. La storia é arcinota, abbiamo chiesto mesi fa una commissione sul tema, ci hanno risposto di attendere in attesa di avere notizie su ciò che ne sarà della riqualificazione. Purtroppo il tempo é scaduto, da un po’. Regione Lombardia, se ci sei, batti un colpo. Nel frattempo speriamo non accada l’irreparabile“.