Dopo le parole dell’ambasciata russa in Italia, partono le critiche dei dem: “Non ci racconti la frottola che andava a lavorare per la pace”
Ritorna la polemica, ma stavolta peggio che mai. Del viaggio di Matteo Salvini a Mosca si era già discusso ampiamente settimane fa, ma dopo la precisazione dell’ambasciata russa e del pagamento del volo e del viaggio al senatore e ai suoi collaboratori, la bufera è aumentata a dismisura, soprattutto da parte degli altri partiti. La Lega nasconde “le gravi ambiguità che emergono, ogni giorno in modo più evidente, in merito al viaggio a Mosca programmato da Salvini”. E’ la presidente dei senatori dem Simona Malpezzi a suonare la carica del Pd contro il leader della Lega. Dopo le precisazioni dell’ambasciata russa in Italia sul viaggio (saltato) a Mosca (“abbiamo assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei”), i parlamentari Pd hanno presentato il conto al segretario del Carroccio: “Non ci racconti la frottola che andava a fare la pace“.
Ma tutti i deputati e senatori dem sono sulla linea della capogruppo a palazzo Madama, uniti nel puntare il dito sull’ex ministro dell’Interno: “L’ambasciata russa conferma il viaggio di Salvini e gli incontri programmati. Confermano anche di avergli pagato loro il biglietto. Cosa andava Salvini a fare a Mosca a spese della Russia? Non ci racconti la frottola che andava a fare la pace“, scrive su Twitter la deputata Lia Quartapelle.
I dem, tra l’altro, discutono del passaggio parlamentare del premier Draghi in programma il prossimo 21 giugno, quando i 5 stelle la maggioranza potrebbe spaccarsi sulla questione delle nuove armi da inviare a Kiev. “Noi pensiamo che non si debba avere paura di un voto in Parlamento. Il governo italiano ha agito in modo chiaro, sulla base di un mandato delle Camera anche all’unanimità e in un quadro europeo. Questa è la strada da seguire. Poi è ovvio che siamo in prima linea per il cessate fuoco e la trattativa“, ha detto capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani.
Sul fronte diplomatico, il Pd è impegnato con una pattuglia di suoi parlamentari (Enrico Borghi, Lia Quartapelle, Andrea Romano, Fausto Raciti) a Kiev nell’ambito di una missione parlamentare. “Il benvenuto sul suolo ucraino è il sibilo della sirena antiaerea. Sono le 2.30 della mattina del 9 giugno, e il treno viene fermato nella stazione ferroviaria di Leopoli“, scrive sulle sue pagine social Borghi a proposito del viaggio.