Il Cremlino ha deciso di mettere in campo una nuova strategia per aumentare i militari a disposizione per la guerra in Ucraina. Offensiva definitiva in arrivo?
La Russia si prepara ad intensificare la propria offensiva in Ucraina e per farlo, naturalmente, ha bisogno di un numero maggiore di militari a disposizione. Proprio per questo, come scritto da Il Messaggero che cita El Paìs, il Cremlino ha deciso di rafforzare la propria campagna di arruolamento con una strategia molto particolare.
Mosca, infatti, ha deciso di mettere a disposizione di chi vuole arruolarsi stipendi cinque volte più alti del normale, ma anche bonus e facilitazioni. Una scelta fatta per consentire di avere a disposizione un numero di militari più alto per la guerra in Ucraina e, soprattutto, riuscire a sopravvivere alle perdite che si sono registrate in questi quattro mesi di conflitto.
La strategia di Mosca
Entrando nei particolari di questa strategia, il Cremlino ha deciso di aumentare lo stipendio dei militari. In un contratto normale i militari vengono pagati circa 1.100 dollari al mese. Ora, però, la situazione è completamente cambiata e si è arrivati ad offrire anche 5.200 dollari per convincere le persone ad arruolarsi.
Ma non è assolutamente finita qui. Mosca, infatti, ha deciso di offrire anche dei bonus e delle facilitazioni per chi decide di intraprendere la carriera militare. Inoltre, secondo quanto riferito dal Paìs, la Russia ha deciso anche di persuadere le potenziali reclute promettendo che non verranno inviate in zone di combattimento oppure che potranno risolvere facilmente il proprio contratto firmato.
L’obiettivo della Russia, in realtà, è quello di aumentare i soldati a disposizione e rendere ancora più forte la propria offensiva in Russia. In questi quattro mesi, infatti, le perdite per Mosca sono state importanti e solamente con un reclutamento importante si può davvero pensare di vincere la guerra e conquistare il Donbass. La campagna è iniziata, ora resta da capire quanti russi decideranno di rispondere presente a questo appello lanciato da Mosca.