Le parole di Papa Francesco durante l’Angelus che ricordano come la Trinità cristiana non sia solamente un concetto teologico ma una rivoluzione del proprio modo di vivere. Mentre ai pellegrini della Macerata Loreto chiede di invocare la Madonna per la grazia della pace in Ucraina.
Prima di recitare l’Angelus il Pontefice ha commentato il Vangelo di questa domenica, ricordando che Gesù ci presenta le altre due Persone divine, ovvero il Padre e lo Spirito Santo, una verità di fede che non ha tanto a che fare con un “esercizio teologico” ma con “una rivoluzione del nostro modo di vivere”. Questo perché lo Spirito Santo parla “ma non di sé stesso: annuncia Gesù e rivela il Padre”, che a sua volta “dà al figlio tutto quello che possiede” e si “dona interamente al Figlio”.
Una realtà che va molto in contraddizione con quanto generalmente accade a ciascuno, spesso sempre più interessati, quando si parla, a volere “che si dica bene di noi e spesso parliamo solo di noi stessi e di quello che facciamo”. Mentre in realtà si fa sempre fatica a condividere con gli altri, “anche con chi manca del necessario”, di ciò che possediamo.
“Oggi possiamo chiederci se la nostra vita riflette il Dio in cui crediamo: io, che professo la fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, credo davvero che per vivere ho bisogno degli altri, ho bisogno di donarmi agli altri, ho bisogno di servire gli altri? Lo affermo a parole o con la vita?“, ha domandato il Papa, sottolineando che “il Dio trino e unico va mostrato così, con i fatti prima che con le parole”. “Dio, che è autore della vita, si trasmette meno attraverso i libri e più attraverso la testimonianza di vita”.
In quanto Dio che «è amore» (1 Gv 4,16), è proprio attraverso l’amore che si rivela, ad esempio attraverso le “persone buone, generose, miti che abbiamo incontrato”, ha spiegato il Papa. “Ricordando il loro modo di pensare e di agire, possiamo avere un piccolo riflesso di Dio-Amore”, e in tutto ciò “che cosa vuol dire amare? Non solo volere bene e fare del bene, ma prima ancora, alla radice, accogliere gli altri, fare posto agli altri, dare spazio agli altri”.
In sostanza, il messaggio lanciato oggi da Francesco è che “la Trinità ci insegna che non si può mai stare senza l’altro. Non siamo isole, siamo al mondo per vivere a immagine di Dio: aperti, bisognosi degli altri e bisognosi di aiutare gli altri. E allora, poniamoci quest’ultima domanda: nella vita di tutti i giorni sono anch’io un riflesso della Trinità? Il segno di croce che faccio ogni giorno rimane un gesto fine a sé stesso o ispira il mio modo di parlare, di incontrare, di rispondere, di giudicare, di perdonare?”.
In mattinata Francesco, salutando i duemila partecipanti alla Macerata-Loreto, che si è concluso stamattina con l’arrivo di fronte alla Basilica della Santa Casa, ha invocato la fine della guerra chiedendo di pregare Maria. In collegamento telefonico con i partecipanti al pellegrinaggio, il pensiero del Papa è andato alla guerra in corso. “Chiedete alla Madonna la grazia della pace, impariamo a vivere in pace, chiedete che questa guerra finisca e che il popolo ucraino non soffra più, vi accompagno con questo pensiero e questa petizione alla Madonna”, ha detto il Papa.
Durante la celebrazione eucaristica che ha dato il via ieri sera alla manifestazione, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana che ha presieduto la celebrazione, ha spiegato che la paura “ci vuole persuadere che è meglio stare fermi”, e induce a pensare “a noi stessi senza gli altri, a salvare noi stessi”. Mentre al contrario “tutto può cambiare l’amore è più forte del male e diventa costruzione di quel mondo ‘Fratelli tutti’ che è l’unica via perché il mondo non si distrugga”.