La grande catena americana all’inizio del conflitto in Ucraina aveva deciso di lasciare Mosca e le altre città, i negozi sono stati rilevati tutti da un uomo d’affari
Chi fa di necessità virtù, spesso vince. Sta succedendo in Russia e stavolta in maniera positiva. Il conflitto in Ucraina sta modificando il mondo e anche gli assetti economico-commerciali. C’è chi, in situazioni d’emergenza soffre ma allo stesso tempo si ingegna e prova a cercare soluzioni e spesso ci riesce, dando dimostrazione di efficienza e un certo tipo di qualità. Spesso si da quasi per scontato che se certe attività economiche non vengano avviate e gestite da multinazionali, queste non possano esistere altrimenti. Dalla Russia arriva una forte smentita. All’inizio del conflitto tra l’Ucraina e la Russia la potente catena americana di fast food McDonald’s ha deciso di abbandonare la patria di Putin e così di, lasciare la sua quota di mercato al 7% e mettere in sospeso gli 850 punti vendita sul territorio russo.
Disperazione e polemica quando McDonalds ha deciso di lasciare. Cosa fare quindi? Aspettare che arrivi qualche altro “salvatore” dell’estero? No, tutte le attività e tutti i negozi, compresi i dipendenti della McDonald’s, sono stati rilevati dall’imprenditore russo Aleksander Govor. L’uomo d’affari, con interessi nella ristorazione e negli alberghi, ha acquisito l’intero portafoglio della società americana. Ovviamente il nome non poteva essere lo stesso e così si è passati a Vkusni che in russo significa “Delizioso“-
Ora la gente con la nuova apertura di Vkusni è di nuovo soddisfatta
Vkusni, che in russo significa “delizioso”, cambierà un po’ tutto, anche i menù cambieranno nomi e tutti i dipendenti manterranno i posti “a condizioni equivalenti” per almeno due anni. Il primo ristorante di McDonald’s ha aperto in Russia nel gennaio 1990. E fu una vera rivoluzione in piena Perestroika. Non si trattava solo di un semplice fast food ma del simbolo di una cultura, quella americana, che era riuscita a raggiungere una terra, la Russia, che nemmeno Napoleone e Hitler erano riusciti a conquistare. Oggi, quasi come per uno scherzo del destino, qualcosa cambia. Il fast food rimane come segno acquisito di un’abitudine che ormai non conosce latitudini, ma diventa autarchico. Un destino simile potrebbe toccare ad altre aziende simbolo del business occidentale.
Le ,lunghe file che c’erano prima con la catena americana, si sono di nuovo intensificate e la gente sembra più che soddisfatta. Famiglie e ragazzi stanno di nuovo popolando i centri commerciali, come se niente fosse mai cambiato. Anche Starbucks, altra grande catena di caffetterie americane, ha deciso di abbandonare la Russia dopo 15 anni, ma allo stesso tempo ha annunciato che per i prossimi 6 mesi continuerà a pagare lo stipendio a tutti i lavoratori che dovranno rimanere a casa dopo la chiusura dei punti vendita e che li aiuterà a trovare nuove opportunità di impiego. Chissà se anche in questo caso non accadrà quanto è successo per McDonald’s…