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Alex Imburgia racconta il suo ultimo lavoro ‘Immensa meraviglia’

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Arianna Di Pasquale

Ilaria Solazzo, blogger e giornalista pubblicista, ha intervistato per Notizie.com l’artista e scrittore Alex Imburgia

La trama del libro – Un gruppo di amici, uniti dalla passione per la danza, affronta una serie di sfide, non soltanto professionali. Tra Roma, Arezzo e Parigi le loro vite si intrecciano in una serie di “casualità” che riannodano i fili del passato. Lo Studio 7, la migliore scuola di danza della Toscana, è, ancora una volta, il punto di partenza delle loro carriere: una futura étoile dell’Opéra, una brillante promessa della danza moderna, un’originale coreografa, una talentuosa diplomanda dell’Accademia e una stella dell’hip-hop. La storia culminerà in un sorprendente “regalo” destinato alla loro Maestra Claudia verso la quale, ciascuno a suo modo, prova una straordinaria gratitudine; il sentimento che è il filo rosso che lega le storie di Francesco, Aurora, Costanza, Sara e Andrea. Colpi di scena, rivelazioni, cocenti delusioni e amori travolgenti; le avventure dei cinque ragazzi saranno, sempre e comunque, scandite dal ritmo della danza, intesa come centro nevralgico delle vite dei protagonisti.

Alex Imburgia

Alex è un’Artista molto in gamba. Ha dimostrato ancora una volta la sua super poliedricità. Ho letto il suo primo romanzo dal titolo “Il saggio di danza” e devo dire che, a distanza di tempo da quello, è stato bello per me lettrice incallita… ritrovare i personaggi ormai cresciuti e maturati, all’interno del suo secondo “lavoro”… così come ho trovato estremamente maturato anche lo stile adoperato dall’Imburgia. Poter partire sulle ali dell’immaginazione, saltando da Roma a Parigi alla nostrana Arezzo, è stato meraviglioso. Il romanzo, “Immensa meraviglia”, è un boom di emozioni differenti che si annidano nel cuore del lettore. Amorevolmente descritto, fa commuovere in vari “capitoli”. All’interno del racconto il leggitore, passo dopo passo, si appresta a seguire le avventure dell’affiatato gruppo di ragazzi protagonisti del libro. Grazie a questo secondo manoscritto, i personaggi , a cui Alex I. ha dato vita hanno raggiunto una caratterizzazione maggiore, (a tutto tondo). Scavando nei loro sentimenti, lo scrittore ci ha permesso di conoscerli e di amarli. Il messaggio che viene trasmesso è molto forte.

Ciao Alex e benvenuto su “Notizie.com”. La curiosità mi spinge con il domandarti subito: Perché hai scelto di intitolare il tuo libro “Immensa meraviglia”?
Grazie per l’invito inatteso. Inizio con il dirti che “Immensa Meraviglia” è un’espressione coniata dal mio maestro di danza, Marco Ierva, a cui è dedicato questo secondo romanzo. Lui amava definire il popolo dei danzatori un’“Immensa meraviglia”. Parlo al passato perché, purtroppo, Marco non è più con noi, ma vivrà per sempre nei miei ricordi. Marco, come me, era così innamorato della sua arte e, soprattutto, di chi si spendeva per essa, al punto tale da vedere la meraviglia della vita incarnarsi in ogni danzatrice e in ogni danzatore che incontrava. Un uomo di una sensibilità straordinaria, animato da un senso del rigore e dell’onestà davvero unici“.

Ti va di spiegare ai nostri lettori che rapporto vi è tra te e Vladimir Derevianko?
Sì. Vladimir Derevianko è un’étoile del teatro Bol’šoj di Mosca, stella della danza mondiale. Formato dai più grandi Maestri che ci siano mai stati nel XX secolo, oggi è lui stesso un Maestro/Coreografo tra i più stimati al mondo. Ci siamo conosciuti per lavoro, insegnando nello stesso “stage di danza” ad Ischia, una decina di anni fa. Lui, ovviamente, era il docente di danza classica ed io quello di danza moderna. Tra me e Vladimir è stata “amicizia a prima vista”. Ovviamente, lo conoscevo di fama: lui era una stella della danza mentre io ero un semplice Maestro italiano. Ma, subito, non ci sono state barriere tra di noi. Si può dire che ci ha unito una grande affinità elettiva. Ci siamo riconosciuti in ciò che entrambi amiamo più di noi stessi: la danza. E, così, col tempo siamo diventati buoni amici ed io sono molto onorato del fatto che lui abbia scritto le prefazioni di tutte e due i miei romanzi“.

Puoi svelarci chi ha realizzato la copertina del libro e chi è la ragazza nella foto?
La copertina è stata realizzata da Federico Grilli, un bravissimo grafico. Insieme a lui abbiamo scandagliato per giorni i siti delle agenzie fotografiche più quotate per scovare un’immagine che potesse esprimere appieno il senso di “meraviglia” che stavo cercando. Trovata la fotografia ne abbiamo acquistato i diritti, dopodiché Federico si è messo lavorarla per realizzare, appunto, l’attuale copertina del libro“.

Che rapporto c’è tra te e Valentina Succi editrice della “Viola Editrice”?
Valentina Succi, sin da subito, ha manifestato un grandissimo interesse per i miei manoscritti. Sono stato davvero fortunato ad incontrarla. Anche con lei c’è stata subito un’affinità, un po’ come era avvenuto con Vladimir. Valentina mi ha lasciato carta bianca e, a parte la dovuta correzione di bozze, non ha apportato alcuna modifica ai miei scritti. La stimo moltissimo, e la ringrazio ancor oggi per avermi offerto l’opportunità di essere scoperto nel mondo della letteratura“.

Come mai hai ambientato il tuo secondo romanzo nel 1991 tra Roma, Arezzo e Parigi?
Siamo nel 1991. I protagonisti di “Immensa Meraviglia” sono artisti, ormai adulti, che hanno lasciato il nido, e cioè la loro città natale, Arezzo, per tuffarsi anima e corpo nel mondo. Proprio perché la vita dei danzatori è una vita che ti porta a viaggiare molto, mi è venuto naturale ambientare le loro vicende non solo lì dove erano vissuti fino a quel momento, ma anche in due grandi capitali europee della danza e, più in generale, della cultura, quali Roma e Parigi

Alex Imburgia, artista e scrittore

Un gruppo di amici, uniti dalla passione per la danza, affronta una serie di sfide, non soltanto professionali. Quali?
Le sfide che i protagonisti affronteranno non saranno solo professionali ma saranno quelle della vita di ognuno di noi: amore, amicizia, delusioni, scontri, insomma tutto quello che la vita adulta comporta, ma il tutto scandito a ritmo di danza“.

Nel tuo scritto quanto c’è di autobiografico ?
Di autobiografico c’è molto, ma il lettore che non mi conosce personalmente non potrà accorgersene. Alex, le esperienze che ha vissuto finanche alcuni lati della sua personalità, a parte i dialoghi che avrà direttamente con Marco nei “divertissement” di cui ti dicevo prima, sono disseminati nel carattere e nei modi di fare di tanti personaggi“.

Lo studio 7, la migliore scuola di danza della Toscana, dove tutto ha inizio. Raccontaci.
Lo studio 7 è la scuola dove i protagonisti de “Il saggio di danza” e poi di “Immensa Meraviglia” hanno iniziato a muovere i loro primi passi di danza, guidati dalla bravissima Maestra Claudia. Lei li ha cresciuti, non solo da un punto di vista artistico ma, soprattutto, da un punto di vista umano. Una maestra con la M maiuscola che ha nutrito i loro sogni e le loro ambizioni di danzatrici e di danzatori, indirizzando ognuno di loro con saggezza verso il proprio percorso di danza e di vita. Ed è proprio la grandissima riconoscenza che Francesco, Costanza, Sara, Andrea ed Aurora provano per la loro Maestra che li spingerà, a distanza di 7 anni da quel lontano 1984 de “Il saggio di danza”, a vivere di nuovo un’avvincente avventura tutti insieme“.

Il sentimento è il filo rosso che lega le storie dei protagonisti. Ti chiedo due aggettivi per Andrea, per Aurora, per Costanza, per Francesco e per Sara.
Due aggettivi per ognuno di loro? Vediamo… Francesco è un ragazzo sensibile ma, al contempo, molto tenace. Costanza è una donna saggia, ma anche un pizzico ribelle. Sara è una persona molto dolce e generosa. Andrea è un uomo intelligente e riflessivo. Aurora è una donna molto complicata ma, di sicuro, estremamente affascinante e carismatica. Ops… per Aurora ne ho detti tre!“.

Sono presenti tantissimi colpi di scena. Ti va di svelarcene uno?
Non posso. Non me la sento di rovinare la sorpresa ai lettori. Tu, da appassionata lettrice quale sei, mi potrai capire“.

Danza intesa da te come centro nevralgico delle vite dei protagonisti. Puoi approfondirci questo tuo concetto?
Certamente Ilaria. In effetti, in questo romanzo, ciò che mi interessa di più è raccontare il lato umano dei suoi protagonisti e quali sono i sentimenti che muovono le loro scelte di vita. Il mondo della danza, in realtà, è solo ciò che fa da sfondo alle loro vicende. Ma la danza, per sua natura, non potrà mai essere solo un contorno. La danza, per chi la vive quotidianamente, è un qualcosa di totalizzante, ed è per questo che si trasforma in una splendida metafora delle esistenze di questi personaggi, divenendo il centro nevralgico di tutte le scelte che compiranno“.

Saluta i lettori con una tua citazione.
La musica e la poesia esistono nel tempo; la pittura e l’architettura nello spazio ma la danza possiede un’anima diversa. Lei vive contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Con il nostro corpo noi organizziamo lo spazio e ritmiamo il tempo”.

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Arianna Di Pasquale