Il nuovo pacchetto messo a punto dall’Unione Europea, rischia di essere devastante per la nostra economia. Con incredibili svantaggi
Mercoledì 8 giugno il Parlamento Europeo ha approvato un pacchetto messo a punto dall’UE e chiamato “Fit fo 55”. Un complesso di misure volte a ridurre l’emissione di gas serra di almeno il 55% entro il 2030. Un insieme di leggi che però stanno facendo discutere. Soprattutto in merito alla produzione delle autovetture.
Secondo il pacchetto approvato, dal 2035 sarà vietata la produzione e la vendita di autovetture a combustione interna. Per intendersi diesel o benzina. Solo autovetture elettriche. Una scelta molto discutibile. Partendo dal presupposto che l’anidride carbonica avvelena il pianeta, si è cercato di ridurre drasticamente le emissioni. Ma questa decisione provocherà sicuramente ripercussioni. Le associazioni produttive della filiera automotive, come ha evidenziato La Verità, stimano che la proibizione del motore a scoppio a partire dal 2035 avrà un impatto occupazionale devastante. In Europa più di mezzo milione di persone rischiano di ritrovarsi senza lavoro. E di questi oltre 73.000 solo in Italia.
Sapete quanti posti di lavoro invece verranno ricavati? Solo seimila. Un saldo passivo di -67 mila lavoratori soltanto nel nostro Paese. Questa scelta poi porterà evidente ripercussioni sulla nostra capacità produttiva e sulla nostra possibilità di avere un vero e proprio guadagno. In Italia non abbiamo industrie che producono auto elettriche e saremmo obbligati ad affidarci mani e piedi alla Cina. Quasi monopolista nell’estrazione delle cosiddette terre rare necessarie come il pane per le batterie elettriche. Già le batterie elettriche. Si stima che l’80% della loro produzione mondiale sia di fatto localizzata in Cina.
In un momento in cui il nostro Governo cerca di limitare la nostra dipendenza dalla Russia, rischieremmo di diventare a tutti gli effetti “schiavi della Cina”. Il poco tempo a disposizione per mettersi in regola porterà a distruggere l’intero pacchetto automobilistico italiano, favorendo quello cinese. E da un punto di vista ambientale la situazione sembra non essere migliore. Secondo il sito autorità nazionale, nel 2000 producevamo a livello mondiale quasi 6000 terawattora di energia bruciando carbone. Se non produce anidride carbonica lui, chi altro mai. Nel 2021 eravamo a 10mila. E secondo loro dovremmo arrivare a zero nel 2040. No, ma daje a ride verrebbe da dire in romanesco. Il tutto mentre si stima che dal 2021 al 2024 Cina, India e Russia produrranno quasi 240 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente tre volte quello che pensa di risparmiare l’Europa nello stesso periodo con la transizione green.